Dottori informatici, professioni scippate

Dottori informatici, professioni scippate

di Giuseppe Sorce. L'esclusione degli informatici dall'esame di stato che riguarda inevitabilmente la loro professione fa discutere. Ecco una cronistoria di quanto è accaduto e di come si è arrivati alla situazione attuale
di Giuseppe Sorce. L'esclusione degli informatici dall'esame di stato che riguarda inevitabilmente la loro professione fa discutere. Ecco una cronistoria di quanto è accaduto e di come si è arrivati alla situazione attuale


di Giuseppe Sorce vedi anche Professioni? No ai dottori informatici
Gli avvenimenti
In Italia, i corsi di studio universitari in informatica nascono all’Università di Pisa nel 1969.
Il primo Corso di Laurea è quello in Scienze dell’Informazione ed è quadriennale.

La preparazione che si forniva era specifica e totalmente imperniata sui vari aspetti dell’informatica. Permetteva ai dottori informatici di fare gli analisti, i progettisti e gli implementatori di software, reti e sistemi informatici aziendali ed industriali di qualsiasi tipologia e complessità.

Fino al 1978 le Università in cui si insegnava Scienze dell’Informazione (SdI) erano Pisa, Bari, Salerno, Torino.
Nel 1979, grazie alla legge per la ricostruzione post-terremoto, è nata SdI ad Udine e l’anno dopo a Milano.

Alla metà degli anni ’80, istituzionalmente ci si è resi conto che servivano tanti informatici per mettere l’Italia al passo con le altre nazioni europee. Nacquero così contemporaneamente quasi tutti gli altri corsi di laurea in SdI.

Negli anni ’80, SdI era considerato il corso di laurea dei vip della tecnologia, ed il titolo di studio di dottore in SdI, lo dicono le statistiche, uno dei più difficilmente raggiungibili. Il corso era di quattro anni, ma la percentuale degli studenti ritirati o finiti irrisolvibilmente fuori corso era eccessiva. Esami troppo lunghi e profondi dal punto di vista dell’analisi specialistica, e prove scritte, orali e pratiche da superarsi tutti obbligatoriamente nell’arco di tre giorni consecutivi.

Nel 1990 nasce l’ ALSI e si pone come obiettivo quello dell’istituzione di un Ordine che regolamenti l’Informatica Italiana.
I professionisti dell’informatica, dottori in scienze dell’informazione, sono oramai migliaia ed operano in tutti gli ambiti ed a tutti i livelli.


Nel 1992 nasce il primo corso di laurea in ingegneria informatica.
Sempre nel 1992 con un Decreto del MURST viene modificato l’ordinamento didattico del corso di laurea in SdI e la stessa muta la denominazione in laurea in Informatica. I contenuti di alcune materie particolarmente ostiche vengono diluiti ed il corso diviene di cinque anni. I due corsi vengono considerati dal CUN totalmente equipollenti perché frutto di semplice modifica di ordinamento didattico e di cambio di denominazione.

Nel 1996 viene presentata a Camera e Senato (l’ALSI è tra i sottoscrittori) la Proposta di Legge per l’istituzione dell’Ordine professionale degli informatici. Resta bloccata nei cassetti di vari parlamentari.

Nel 2000-2001 vengono ideati i Corsi di Laurea breve e specialistica.
Gli interlocutori interpellati assicurano che le vecchie Lauree apparterranno alle Classi delle Lauree specialistiche (per i dottori in SdI ed i dottori Informatici è la Classe 23/S). Questo per evitare che i futuri concorsi escludano, per problemi di denominazione, coloro che hanno conseguito il massimo titolo di studio universitario possibile, e perché le Classi di Laurea Specialistica racchiudono in sé corsi di laurea che per intensità e contenuti sono definiti identici a tutte le vecchie Lauree dai Presidenti dei Consigli di Corsi di laurea.
Altra considerazione che si fa, è che così come è stato per il passaggio da laurea in SdI a laurea in Informatica, con le lauree specialistiche si intende semplificare il raggiungimento dei titoli di studio universitario, e non complicarlo. C’è bisogno di più laureati e sono considerati ingiustificabili corsi troppo complessi. Si rinnova il concetto degli stessi contenuti meglio distribuiti.

Nel giugno del 2001 con il DPR n.328 si riformano gli Ordini.
L’Ordine di Ingegneria si scinde in tre Settori, uno dei quali viene denominato Ingegneria dell’informazione.

In esso, per una “debolezza” del DPR possono accedere tutti i vecchi iscritti all’Ordine di Ingegneria; il Settore di Ingegneria dell’Informazione si arricchisce in un istante di ing. meccanici, edili, ecc. Solo gli iscritti all’Ordine potranno fare progettazione, direzione lavori, stima e collaudo di strutture, sistemi e processi complessi o innovativi in ambito informatico.

Il DPR prevede comunque l’ingresso nella sezione B dell’Albo (quella per le lauree brevi) agli appartenenti alla classe 26 e nella Sezione A dell’Albo (quella per le lauree piene in informatica – adesso definite specialistiche) agli appartenenti alla classe 23/s, che ancora non esistono.

L’Art. 8 (Salvaguardia del valore dei titoli di studio e abilitativi conseguiti in conformità al precedente ordinamento) sembra tutelare anche i dottori in Scienze dell’Informazione ed i dottori Informatici. Pensiamo che sarebbe stato impossibile impedire, a quei professionisti che hanno generato e fatto crescere l’informatica in Italia, di continuare ad esercitare la professione per la quale hanno conseguito il massimo titolo di studio possibile.

I dottori informatici non vogliono polemizzare, né divenire degli ingegneri, ma da quel Settore, per poter continuare ad esercitare la propria professione ed il proprio lavoro, non possono restare fuori.


Siamo al maggio del 2002. La data di scadenza per le iscrizioni all’Esame di Stato è quella del 31 maggio. Alcuni dottori fanno richieste alle Segreterie, ma queste rispondono che in mancanza di un chiarimento ministeriale, non accetteranno le domande dei dottori informatici.
L’Esame di Stato è fissato per il 25 giugno. E’ un caos. Commissioni senza professori dottori informatici e test d’esame che non sono stati stilati in funzione dell’ingresso dei dottori informatici.

Secondo le Segreterie e alcune componenti dell’Ordine degli Ingegneri, circa 25.000 professionisti dell’informatica dovrebbero precipitare nell’illegalità semplicemente continuando ad esercitare la professione per cui si sono laureati e che fanno da sempre.

I dottori confidano nella possibilità che ha il MIUR di mettere fine a tale alienante situazione.

28 maggio 2002. Il Ministero dell’Università e della Ricerca, evitando di entrare nel merito delle problematiche che travolgerebbero i dottori in Scienze dell’informazione ed Informatica, interviene con una Circolare (“Esami di Stato di abilitazione all’esercizio delle professioni. Applicazione D.P.R. 328/2001”, Dipartimento per la programmazione, il coordinamento e gli affari economici SAUS – Ufficio VI, protocollo 2126) che si limita, per quel che riguarda i dottori, ad interpretare l’Art. 8 del DPR in senso esclusivo. E’ sottolineato il veto di accesso all’Esame di Stato ai dottori in Scienze dell’Informazione e ai dottori Informatici.

Il giorno dopo. I dottori in Scienze dell’Informazione ed i dottori Informatici (direttori, professori, ricercatori, progettisti, consulenti, responsabili di settori tecnici industriali ed aziendali), continuano ad esercitare la professione per cui si sono laureati e chiedono, increduli, alle Istituzioni se è proprio vero quanto si legge; se è vero che si debba permettere, a loro danno, lo scippo umiliante e plateale della professione d’informatico.

Giuseppe Sorce

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 7 giu 2002
Link copiato negli appunti