La burocrazia che azzoppa il telefono

La burocrazia che azzoppa il telefono

Ne parla un lettore coinvolto suo malgrado in un quiproquo sull'indirizzo del suo domicilio che ha dato vita ad uno stallo nella riattivazione del servizio telefonico. Di cui, al momento, rimane privo
Ne parla un lettore coinvolto suo malgrado in un quiproquo sull'indirizzo del suo domicilio che ha dato vita ad uno stallo nella riattivazione del servizio telefonico. Di cui, al momento, rimane privo

Roma – Buongiorno, sono un assiduo lettore del vostro quotidiano informatico, e vi faccio i miei complimenti per l’accuratezza del lavoro che state svolgendo. Vorrei segnalarvi il mio caso. Nella mia casa c’è un contratto di telefonia fissa con Wind Infostrada: avevo deciso di eliminare Telecom per l’esosità di detta compagnia telefonica. Ma sono finito peggio.

Due anni or sono mi sono trasferito in altra abitazione, sempre nello stesso comune, ed ho provveduto a fare tutte le comunicazioni del caso al gestore. Nonostante questo, alcuni conti telefonici sono stati recapitati al vecchio indirizzo, e non mi sono mai stati consegnati (dopotutto non potevo costringere a fare questa operazione il nuovo proprietario della casa): questo ha comportato che mi sia arrivata (al nuovo indirizzo) una lettera di sollecito da parte della società Geri, incaricata da Wind per il recupero del credito. Nel gennaio di quest’anno l’intera faccenda è stata sistemata, solo che per un errore nel calcolo complessivo era rimasto da pagare la stratosferica somma di 20 euro.

Da qui sono nati i problemi. Il 9 agosto mi è stato sospeso il servizio. Dopo cinque telefonate al call center, mi è stato spiegato che avevano mandato un preavviso di sospensione a mezzo posta, ma al vecchio indirizzo. Ho scoperto quindi che c’era il famoso residuo di 20 euro da saldare. Ho rimediato subito, ed ho mandato la ricevuta di pagamento a mezzo fax a Wind. Il call center mi ha assicurato che entro 24 ore dalla ricezione del fax mi avrebbero riattivato il servizio.

Le 24 ore sono diventate una settimana, costellata di telefonate continue al call center, di fax con tutta la documentazione, di assicurazioni da parte degli operatori che tutto sarebbe stato sistemato quanto prima. Ma è occorsa un’intera settimana prima di poter riprendere ad usare il telefono fisso.

Sembrava tutto a posto. Finché il 7 settembre, nuova sospensione, stavolta senza preavvisi scritti. Motivo della sospensione: la solita differenza di 20 euro segnalata precedentemente. Appurato e dimostrato che il pagamento era stato fatto, mi aspettavo che il tutto venisse rimesso a posto. Invece mi hanno cominciato a richiedere il pagamento del conto telefonico che sarebbe scaduto di lì ad un mese.

Morale: servizio di nuovo sospeso. Abbiamo provato a far intervenire la stazione dei carabinieri del paese dove abito, con l’operatore del call center che si è preso uno spavento nel sentirsi chiamato da un brigadiere dell’arma. Ma senza risultato. Ci siamo rivolti all’Adiconsum per tutelare i nostri diritti, ma a distanza di un mese dall’intervento dell’associazione siamo ancora perennemente sospesi. Gli operatori del call center di Wind (che ormai conosco tutti per nome) continuano a non capire cosa sia successo e si chiedono perché l’ufficio apposito non abbia provveduto a sistemare la posizione contabile. Qualcun altro richiede il saldo della partita vecchia (quella di 20 euro). Altri invece chiedono il pagamento della fattura che ancora non è stata emessa.

Conclusione? Io ho scelto il contratto “tuttoIncluso”, che prevede un canone mensile forfetario per l’uso illimitato di telefono ed internet. Ma per il periodo dal 7 settembre ad oggi (e non so ancora per quanto tempo) sto pagando per niente. E non vedo la fine dell’odissea.

Posso solo fare le telefonate di emergenza (112, 113, 118) e chiamare il call center di Wind. Non posso chiamare parenti, amici, medico curante… nessuno.

Grazie per l’attenzione.
Enrico C.

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Pubblicato il 20 ott 2006
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