Roma – Cari colleghi Informatici, cari lettori di Punto Informatico, vorrei sottolineare che l’ingiustizia che deriva dal DPR328 riguarda sia Informatici di Scienze, sia Informatici di Ingegneria, sia Esperti Informatici non laureati.
– Informatici di Scienze: nessun albo, quindi esclusione dalla possibilità di firmare certi progetti. Un laureato in Informatica non può esercitare fino in fondo la professione di informatico: è un evidente paradosso!
– Informatici di Ingegneria: l’appiattimento portato dal DPR328 sminuisce la figura dell’Ingegnere Informatico, rendendo non privilegiata la sua specializzazione nel contesto informatico rispetto a ingegneri civili, meccanici, ecc.
– Esperti Informatici non laureati: la lunga esperienza maturata nell’ambito informatico può portare persone non laureate a una capacità di progettazione superiore ad alcuni neo laureati. Per i non laureati si pone il problema pratico di certificare la propria preparazione, ma un Esame di Stato ben organizzato, o un equivalente sistema di certificazione a livello istituzionale, potrebbe servire a questo scopo.
Permettetemi quest’altra riflessione. Un tempo se cercavi di spiegare a qualcuno che facevi l’informatico, ricevevi risposte del tipo: “bah, di queste cose non capisco niente, devi essere proprio un genio”. Sono passati pochi anni e oggi ti senti dire: “ah, anche mio figlio di 10 anni è un informatico, è bravissimo con i giochini e ha pure imparato internet”.
È normale che la nostra professione sia poco conosciuta: è una professione nuova.
Il corso di laurea in Scienze dell’Informazione è nato solo nel 1969 e quello di Ingegneria Informatica addirittura nel 1992.
Dobbiamo comunicare cosa facciamo (forse dobbiamo capirlo noi stessi fino in fondo:)
Dobbiamo comunicarlo in modo preciso al Governo; in modo semplice, chiaro, sintetico a tutte le persone.
Dobbiamo tutelare la figura del professionista informatico. Poco importa in quale modo tale professionalità sia maturata. Lavoriamo insieme in questa direzione. Una contrapposizione tra i diversi professionisti informatici potrebbe essere controproducente.
Alcuni si chiedono cosa scrivere nella voce “professione” della carta di identità. Personalmente ritengo che tutte e tre le categorie che ho citato prima abbiano equivalente diritto di scrivere: “informatico”!
Informatici tutti: uniamoci!
Antonio Capani
Un informatico che non ha perso l’ottimismo:)