Il cellulare-bancomat in Uganda

Il cellulare-bancomat in Uganda

Il telefonino può cambiare la vita e non perché lo dice la pubblicità ma perché chi non ha molte altre risorse scova nel cellulare molte diverse possibilità che qui da noi non sono neppure contemplate
Il telefonino può cambiare la vita e non perché lo dice la pubblicità ma perché chi non ha molte altre risorse scova nel cellulare molte diverse possibilità che qui da noi non sono neppure contemplate

Roma – In Uganda il cellulare diventa uno sportello automatico: spedire soldi ai parenti lontani evitando giorni di viaggio non è mai stato così semplice. Come? Grazie ad un semplice stratagemma, fatto di ricariche telefoniche e le dovute spese di commissione. Il tutto basato sulla fiducia reciproca.

“È sorprendente scoprire come gente con un minore livello di istruzione ed una bassissima disponibilità di denaro sia riuscita ad essere così creativa nell’utilizzo del telefono cellulare” dichiara Jan Chipcase , ricercatore Nokia. Su Smart Mobs racconta cosa ha visto in Uganda.

“La fame aguzza l’ingegno” direbbe qualcuno. E pare che sia vero: siamo dinnanzi alla dimostrazione lampante di come la creatività possa sopperire alla mancanza di risorse, utilizzando il cellulare in maniera alternativa e creativa. Per ovviare ai problemi di copertura è stata creata ed espansa una rete di chioschi telefonici fatti in casa, posseduti da imprenditori locali, in ognuno dei quali viene attivato un cellulare. Un filo collegato ad un palo o un albero nelle vicinanze forma un’antenna capace di captare il segnale di una stazione base anche oltre il raggio di copertura ufficiale.

Il telefonino si guasta? La necessità di ripararli ha dato vita ad una cultura informale della riparazione, con ingegneri autodidatti che lavorano seduti sui loro teli al mercato. “Quelli che riparano possono disassemblare e ricostruire la maggiorparte dei modelli con poco più di un cacciavite, uno spazzolino e la loro conoscenza”, chiosa l’esperto Nokia.

Il gestore del chiosco offre anche un servizio chiamato “step messaging”: se si vuole mandare un sms a qualcuno che abita nelle vicinanze del chiosco, magari in campagna, il proprietario della stazione telefonica può inviare un messaggero al destinatario del messaggio. Questo utilizzo alternativo e comunitario dell’apparecchio permette anche di trasformare il telefono in un vero e proprio mezzo di trasferimento di denaro.

Il sistema, denominato Sente , è alquanto semplice e permette di avere uno sportello telematico per il trasferimento di denaro a portata di mano: il mittente acquista una ricarica pari all’importo che vuole trasferire, la effettua sul numero di cellulare del gestore del chiosco che, previa ritenuta spese, girerà la cifra al gestore del chiosco del villaggio del ricevente. Essendo un sistema basato esclusivamente sulla fiducia reciproca, i rischi sono alti e i soldi potrebbero non arrivare a destinazione, ma come sottolinea Chipcase: “È meglio che dover affrontare un viaggio di due giorni per tornare a casa. Pensate a chi lavora in città e ha bisogno di mandare il denaro ai suoi familiari. Per anni nell’occidente la gente ha ipotizzato l’utilizzo dei cellulari come sportelli telematici: tutto ciò in Africa è già realtà”.

Vincenzo Gentile

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 30 ott 2006
Link copiato negli appunti