Giuda.com/ Mi vendo: la mania delle aste

Giuda.com/ Mi vendo: la mania delle aste

Dal sito della satira l'occhio è puntato su quello di cui ci si disfa online. C'è sempre la speranza di trovare qualcuno che compri qualcosa di inutile
Dal sito della satira l'occhio è puntato su quello di cui ci si disfa online. C'è sempre la speranza di trovare qualcuno che compri qualcosa di inutile


Web – Pensando alle aste, fino a qualche tempo fa quel che veniva in mente erano scene da film: gente ingioiellata seduta in poltrone di broccato (lo ammetto: non ho idea di cosa sia il broccato, ma fa fico dirlo) che alza silenziosamente una paletta per fare un rialzo o che, in modo ancora più chic, rilancia con un semplice cenno del capo.

Acqua passata. Se oggi dici Asta quello a cui tutti pensano (non fate battutacce) è il volto simpatico, un po ‘ trucido ma efficace di Platinette: quello a cui tutti pensano, insomma, sono le aste on line.

Purtroppo però, da quando sono sbarcate su Internet, le aste si sono trasformate in un grande mercato, una enorme ed affollata piazza dove una chiassosa umanità mette in vendita tutto quel che non serve. Da quando sono arrivate le aste on line, insomma, nessuno butta più niente; nessuno dà più nulla ai rigattieri e i robivecchi stanno facendo la fame. Chiunque abbia una cosa di cui vuole disfarsi, un vecchio lavandino, o qualcos’altro di totalmente inutile, un oggetto buono al massimo per essere buttato dal balcone la notte di capodanno, oggi lo mette all’asta, nella speranza di trovare, nel grande mondo di Internet, un appassionato di lavandini o un collezionista di aspirapolvere incidentati.

Tutti sperano di cavare qualche soldo dalla inutilità, dall’usura dei loro oggetti grazie alle manie altrui, presupponendo che sul web se c’è qualcuno tanto pazzo da voler vendere qualcosa di totalmente inutile (loro), deve per forza esserci anche qualcuno che vuole comprarlo.

Il dramma è che purtroppo è vero: c’è sempre qualcuno interessato ad acquistare un bottone appartenuto a qualche soldato semplice tedesco della seconda guerra mondiale, a comprare una ciocca di capelli di un serial killer o un preservativo, ovviamente usato, di qualche divo.

Ma questi sarebbero esempi ancora accettabili: andiamo a vederne qualcuno (rigorosamente vero) totalmente folle. Biglietti del Gratta e vinci da 50.000 già grattato (e premio riscosso); accendino da tavolo rivestito in pelle grigia, realizzato negli anni ’90, fondo di magazzino, perfetto; spilla del Milan a 5000 lire; autolavaggio a spazzoloni a 10 milioni per cessata attività. E infine, meraviglia delle meraviglie: brevetto per un coprivaso rivoluzionario alla modica cifra di 400 dico 400 milioni.

C’è, poi, chi ha fatto incetta di domini internet e, adesso, se li ritrova sul groppone non sapendo cosa farsene: quindi, li mette all’asta.

Nello specifico da noi individuato deve trattarsi di un allegro montanaro che aveva pensato bene di fare soldi con il cybersquatting senza sapere un’acca di Internet.

Guardate che domini si trovano all’asta. Lafontina.it si acquista con la modica cifra di dieci milioni (è la base d’asta); www.renetta.it vale invece molto meno: giusto un milioncino. Per chi mira in alto è ancora disponibile Impiantiafune.it: non costa nemmeno tanto, giusto 3 milioni. Esattamente quanto vinblanc.it (una bevuta in cima alla montagna è d’obbligo). Un milione in più costa valveny.it: deve essere la valle dove il simpatico e, presumiamo, alquanto alticcio, montanaro vuole far istallare una produzione di fontina, una di mele renette, una di vino bianco e una bella funivia. Caro il nostro cyber montanaro, che dirti? Prosit.

Speriamo tu abbia miglior fortuna con la old economy perchè ovviamente alle tue, come alle altre offerte strampalate, non corrisponde una domanda. Per fortuna il popolo di internet non è così fesso come molti credono.

Giuda.com , “il sito che non tradisce”

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Pubblicato il
12 feb 2001
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