Linux, problemi in città

Linux, problemi in città

Succede a Birmingham, dove il Comune, tra lo stupore della comunità open source, decide di rimanere su piattaforma Microsoft: passare a Linux costa troppo
Succede a Birmingham, dove il Comune, tra lo stupore della comunità open source, decide di rimanere su piattaforma Microsoft: passare a Linux costa troppo

Birmingham – Viene additato come un caso emblematico quello della giunta comunale di Birmingham che, dopo aver approntato un progetto per trasferire su piattaforma open source le macchine e il network del comune, ha poi fatto retromarcia: secondo i suoi esperti lasciare Windows avrebbe un costo troppo elevato.

L’idea della Giunta era quella di investire 535mila sterline su un progetto pilota che avrebbe dovuto portare all’installazione di 1.500 computer dotati di Linux nelle biblioteche cittadine: fatti i conti del caso, gli esperti del Comune hanno rilevato che sarebbe stato impossibile superare, con quella cifra, quota 200 postazioni. Ciò significa che i dati analizzati dalla Giunta parlano di un costo per postazione di 2.675 sterline, una cifra enorme.

Secondo la Giunta rimanere su piattaforme Microsoft comporterà un risparmio di 100mila sterline rispetto al passaggio alle piattaforma aperte.

Le cronache locali danno evidenza dello stupore nella comunità open source per quanto emerso nel comune britannico. Un esponente della società di consulenza NetProject ha dichiarato a Zdnet UK : “È ridicolo. Si tratta di un errore macroscopico… Hanno deciso di fare tutto da soli, senza alcuna esperienza nel settore”.

Sulla stessa linea Mark Taylor, esponente di quell’ Open Source Consortium che inizialmente faceva parte del progetto del Comune: “Non ho idea di come qualcuno possa spendere mezzo milione di sterline per 200 postazioni desktop dotate di software libero”. Secondo Taylor è impossibile che un passaggio da sistemi proprietari con costose licenze a software libero costi così tanto, se gestito con un minimo di know how.

Qualcuno si sente però di difendere la posizione della Giunta, tanto che Laurent Lachal, analista di Ovum , società di consulenza che presta i propri servizi anche al governo centrale britannico, ha dichiarato che “è effettivamente costoso, ma sono molte le voci da prendere in considerazione: hardware, software, costi dei servizi, porting di applicazioni. Se Birmingham non è pronta al passaggio allora fanno bene a rimanere con quello che hanno”.

Un commento Zdnet UK l’ha ottenuto anche da Microsoft . Sebbene l’azienda non entri nel merito delle scelte di Birmingham, uno dei funzionari della divisione britannica della softwarehouse ha sottolineato: “Spero sempre che i clienti valutino analisi approfondite per scegliere se adottare software commerciale o non commerciale. Ma con Linux e il software open source, la gratuità non esiste. Ci sono i costi di supporto e quelli di manutenzione, proprio come accade scegliendo i sistemi Microsoft”.

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Pubblicato il
21 nov 2006
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