Cina, ergastolo per un web pornografo

Cina, ergastolo per un web pornografo

Era riuscito a non farsi individuare per molti mesi, ma alla fine le autorità lo hanno rintracciato. Condanna pesantissima per lui e pesanti pure quelle per i suoi collaboratori
Era riuscito a non farsi individuare per molti mesi, ma alla fine le autorità lo hanno rintracciato. Condanna pesantissima per lui e pesanti pure quelle per i suoi collaboratori

Pechino – La pornografia online rappresenta da sempre uno dei grandi nemici del regime pechinese, che lo ha dimostrato proprio in questi giorni: un uomo di 28 anni accusato di aver messo in piedi e gestito a lungo quattro diversi siti pornografici a pagamento, è stato condannato dal Tribunale del Popolo di Taiyuan a passare il resto della propria vita dietro le sbarre .

L’inaudita sentenza sarebbe anche dovuta, secondo quanto riporta l’agenzia di stato Xinhua , al fatto che Chen Hui, questo il nome dell’uomo, ha consapevolmente lavorato al di fuori della legalità: una volta messi in piedi i propri siti, per quasi due anni ha continuamente cambiato domini e hosting, rendendo più difficile il lavoro dei cybercop cinesi.

Dalle poche notizie filtrate fino a questo momento, si apprende che il sito di punta del giovane webmaster, noto come Estate pornografica , aveva raccolto sottoscrizioni da almeno 600mila persone, ciascuna delle quali per accedere doveva pagare un fee di ingresso compreso tra i 15 e i 20 euro circa. A quanto pare, non sarà però facile recuperare le somme di Chen, che le avrebbe incanalate su conti internazionali attraverso un complicato network di conti ed intestazioni. Fin qui il Tribunale è riuscito nella confisca di una somma ridottissima, pari a circa 8mila euro.

Ma il Tribunale non si è limitato a comminare una condanna esemplare a Chen, ha infatti voluto punire anche gli otto collaboratori di cui l’uomo si serviva, con sentenze che vanno dai 13 mesi ai 10 anni di carcere.

Nonostante le forti censure del regime sui contenuti veicolati via Internet, va detto che la pornografia online non è sconosciuta agli utenti cinesi ma, al pari della dissidenza politica, è uno dei temi più caldi per le politiche repressive di Pechino. Ed è interessante notare come fino a questo momento la sentenza comminata a Chen sia molto più pesante di qualsiasi precedente condanna piovuta sulla testa di blogger e cyberdissidenti.

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Pubblicato il
24 nov 2006
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