Sulle nanotecnologie l'Europa arranca

Sulle nanotecnologie l'Europa arranca

Nelle nanotecnologie l'Europa è lenta e incapace di stendere un ponte fra ricerca e imprenditoria. La UE suona il campanello d'allarme
Nelle nanotecnologie l'Europa è lenta e incapace di stendere un ponte fra ricerca e imprenditoria. La UE suona il campanello d'allarme


Bruxelles – Quello legato alle nanotecnologie è un settore chiave della ricerca in cui USA, Giappone, Cina e Taiwan hanno già investito moltissimo. Altrettanto non si può dire dell’Europa, una regione del mondo che, secondo quanto è emerso da una recente conferenza organizzata dall’Unione Europea, rischia di rimanere il fanalino di coda di un settore in rapida ascesa e destinato a guidare una fetta importante del futuro mercato tecnologico.

“L’Europa deve assolutamente riuscire ad affrontare la maggiore competitività messa in campo da USA e Giappone e la minaccia rappresentata da Taiwan e Cina, entrambe avviate a divenire centri d’eccellenza per le nanotecnologie”, ha affermato Pascal Colombani, chairman e CEO della French Atomic Energy Commission (CEA).

Il rischio che l’Europa perda troppo terreno nei confronti delle proprie avversarie, in un campo così centrale come quello delle tecnologie in scala nanometrica, preoccupa molto anche Philippe Busquin, commissario per la ricerca dell’UE.

“USA, Giappone e Cina – ha detto Busquin – stanno tutte progredendo molto velocemente. L’Europa dev’essere capace di competere con questi paesi”. Se così non fosse – ha sottolineato Busquin – l’Europa rischia di dipendere sempre più dai costosi brevetti sviluppati oltre oceano.

Secondo alcuni esperti del settore, in Europa il più grosso problema è dato dalla mancanza di quella mentalità imprenditoriale che in paesi come gli USA pervade tutto il settore della ricerca. Una situazione che, secondo alcuni, si scontra anche con l’approccio estremamente prudente e conservatore tipico della capital venture europee.

La sfida che l’Europa si prepara a raccogliere è dunque duplice: da un lato riuscire a finanziare più progetti di ricerca nell’ambito delle nanotecnologie, dall’altro capire poi come trasformare questi progetti in nuovi business.

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Pubblicato il
24 giu 2002
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