Ci sono droni che volano al MIT

Ci sono droni che volano al MIT

Arrivano dal Massachusetts i primi robot che volano senza controllo remoto. Atteso per il 2007 Pleo, il dinosauro che si emoziona
Arrivano dal Massachusetts i primi robot che volano senza controllo remoto. Atteso per il 2007 Pleo, il dinosauro che si emoziona

Boston – Arriva dal prestigioso Massachusetts Institute of Technology l’ultima trovata in fatto di robot avanzati , capaci cioè di fare a meno del controllo diretto dell’uomo: Engadget riporta come un gruppo di professori del MIT abbia realizzato un veicolo UAV capace di volare senza la necessità di controllo da remoto .

Il drone, una sorta di mini elicottero dotato di quattro rotori orizzontali da 700 dollari, è in grado di volarsene per la stanza per conto suo senza sbattere contro i muri, e non solo: il dispositivo è in grado di assolvere anche a compiti decisamente più complessi come quello di spostarsi tra ostacoli posizionati a livello del suolo con un intervento minimo da parte dei tutori umani.

Un’altra interessante caratteristica dell’automa è la possibilità di monitorarne le azioni e il funzionamento da un computer connesso su un network . Sebbene non vi siano indicazioni precise sull’utilizzo del protocollo TCP/IP, si parla della possibilità, per una singola persona con una semplice connessione ad Internet, di avere il pieno controllo di diversi UAV in una sola volta.

Considerando che oggi, per monitorare l’attività di un singolo veicolo intelligente occorre del personale qualificato e specifiche strutture di controllo, l’invenzione che esce dal MIT è un passo avanti di notevole interesse dal punto di vista del software utilizzato su questo genere di dispositivi.

Ma non ci sono solo fredde macchine tra le novità dei prossimi mesi. Tra i dispositivi pensati per relazionarsi agli esseri umani, ad esempio, Slashdot segnala che l’anno prossimo prenderà vita Pleo, il Camarasauro che risponde agli stimoli emozionali che percepisce dall’esterno .

Si tratta di un animatrone , di quelli ampiamente utilizzati sui set cinematografici, ma con un cervello cibernetico “intelligente”. I sensori di cui è dotato gli permettono di percepire l’intonazione della voce di chi gli parla, e l’elettronica interna risponde in maniera appropriata: un tono gentile renderà il robot affettuoso, mentre un vociare rude lo spaventerà.

Ugobe , l’azienda responsabile della sua costruzione, ha intenzione di riuscire là dove le grandi multinazionali (come Sony e il suo cane meccanico Aibo ) dell’elettronica avrebbero, a suo dire, fallito: il segreto del successo, secondo la società, risiede non solo nelle caratteristiche avanzate, ma fondamentali si rivelano il prezzo (250 dollari, in questo caso, contro i 1.900 necessari per acquistare il robo-cane di Sony), e la capacità di attrarre un vasto pubblico.

Per Pleo, Ugobe pare stia pensando alla realizzazione di un kit per sviluppatori: in combinazione con il rilascio del codice sorgente del software di controllo dell’animatrone, le intenzioni sono quelle di trasformare il dispositivo in qualcosa di molto più simile al Lego Mindstorms che all’ennesimo giocattolo che parla e cammina.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
28 nov 2006
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