Ma cosa è questa alta definizione?

Ma cosa è questa alta definizione?

di T. Tessarolo - Nei negozi si spacciano come televisori rivoluzionari apparecchi che non lo sono affatto o che sono destinati a deludere. Viaggio nell'alta definizione, per sapere cos'è e perché per ora conviene guardarla da lontano
di T. Tessarolo - Nei negozi si spacciano come televisori rivoluzionari apparecchi che non lo sono affatto o che sono destinati a deludere. Viaggio nell'alta definizione, per sapere cos'è e perché per ora conviene guardarla da lontano

Sapete cos’è la TV ad Alta Definizione? Siete sicuri? Attenzione perché se non avete un quadro chiaro sull’argomento rischiate di fare brutti affari per Natale, magari comprando un nuovo televisore nella speranza che sia il “massimo”, ritrovandovi poi con un prodotto già vecchio o, ancor peggio, inutile.

Credo che tutti sappiano rispondere alla domanda di base su cosa sia l’alta definizione. Avere una definizione più alta significa vedere o percepire meglio quello che ci viene presentato. È vero per qualsiasi cosa: libri, foto e per i video. Quindi, se ci viene chiesto cosa sia una televisione ad alta definizione, la prima risposta istintiva è: “una televisione che si vede meglio”. Ed è questa semplice associazione che ha ingannato molti, permettendo ai produttori di televisori, e ad i venditori di fumo in quasi tutti i negozi di elettrodomestici, di vendere alla gente niente più che un sogno. Sì, perché la vera verità è che di alte definizioni ne esistono più di una e, soprattutto, che per vedere meglio non basta avere un adesivo con scritto HD appiccicato sul televisore. Cerchiamo di capirci di più, facendo chiarezza su quello che è veramente l’alta definizione e provando a tracciare uno scenario evolutivo per questa tecnologia.

Cos’è l’Alta Definizione

Alta definizione, innanzi tutto, significa veramente vedere meglio. La nostra TV ha sempre trasmesso, da 50 anni a questa parte, in una risoluzione chiamata 576i, ovvero con 576 linee mostrate sul nostro televisore in modalità interlacciata (da cui la “i”). Per “interlacciata” si intende una immagine che si compone della sovrapposizione rapidissima di due differenti “piani”, uno contenente solo le righe pari e l’altro le righe dispari. Sovrapponendoli rapidamente si ha l’impressione, netta ed inequivocabile, di una unica immagine in movimento.
Alternativamente, una immagine può essere trasmessa anche in modalità cosiddetta “progressiva”, ovvero tutta d’un pezzo e quindi non spezzata in due piani ma trasmessa di seguito, progressivamente. Non voglio scendere oltre nei dettagli tecnici dei sistemi di trasmissione TV. Basti sapere che a parità di risoluzione “progressivo” è meglio di “interlacciato” come resa qualitativa dell’immagine. La nostra televisione quindi viene trasmessa in modalità 576i con una risoluzione che corrisponde a 720 x 576 pixel. E fin qui siamo al “classico”. Passando all’alta definizione, le cose si complicano perché ci sono ben 3 formati commercialmente noti.

La guerra dei formati

Due purtroppo sono stati appiattiti dentro il poco chiaro, ma molto noto marchio “HD Ready“. La quantità di televisori che riportano la scritta “HD Ready” è ormai elevatissima. Ma che significa “HD Ready”? Pronta per l’alta definizione: chi compra si aspetta quindi di avere un tv color capace di ricevere e visualizzare un segnale di migliore qualità.

Bisogna fare attenzione, perché l’HD Ready deve supportare la modalità 720p (dove “p” sta per progressivo) e può supportare la modalità 1080i. Può supportare perché non è detto che lo faccia: non tutti i televisori hanno questa seconda opzione, anche se generalmente è presente. Attenzione, perché anche qui l’apparenza può ingannare: tra la modalità 720p con risoluzione a 1280 x 720, e quella 1080i con risoluzione 1920 x 1080, c’è una grande differenza. Come abbiamo già detto, però, la modalità “progressiva” è meglio di quella “interlacciata” e per certe tipologie di contenuti, tipo lo sport, vedere in modalità 720p è preferibile che veder in 1080i. Ecco perché le due modalità sono state accoppiate, perché in realtà sono parte di una stessa famiglia di “quasi HD”.

Sì, perché il vero significato che bisognerebbe dare al termine “HD Ready” è di “Quasi HD”. L’alta definizione, quella vera, quella che si vede bene, è un’altra e si chiama 1080p o “Full HD“. La modalità 1080p è una risoluzione 1920×1080 in modalità progressiva. Il massimo che si possa avere. E l’HD 1080p è veramente impressionate. Vedere un contenuto girato e trasmesso a 1080p su un tv color predisposto è veramente un’esperienza nuova di televisione. Ma la vera HD non può essere vista sui televisori “HD Ready”. Forse quell’etichetta, quella definizione è stata data con un occhio più rivolto al marketing che ai consumatori. Il popolo degli acquirenti dei Plasma o LCD 42 o 50 pollici “HD Ready” come si sente adesso, sa forse che l’alta definizione è un’altra cosa? Per capire meglio la grandissima differenza tra le varie modalità basta fare attenzione al numero di pixel che riescono a rappresentare, il vero fattore discriminante:

720p = 922,000 pixels / frame
1080i = 1,037,000 pixels / frame
1080p = 2,074,000 pixels / frame

Come si vede le due modalità 720p e 1080i sono molto vicine per numero di pixel espressi, mentre il 1080p è veramente un altro mondo. Attenzione, questo non significa che i televisori “HD Ready” siano tutti da buttare. La realtà forse è drammaticamente un’altra: i televisori HD oggi non servono praticamente a niente. Per vedere in HD è necessario avere una sorgente HD, altrimenti siamo sempre alla vecchia cara risoluzione. Di sorgenti potenziali HD ce sono tre. La prima è il broadcasting, la televisione che viene trasmessa. Ci sono quindi i DVD ed infine i videogiochi. Partiamo da questi ultimi, parlando naturalmente delle console cosiddette “next gen” ovvero ultime nate.

PlayStation 3 è l’unica che supporta l’HD a 1080p, sia per i film che potremo vedere con il lettore Blu-Ray, sia per i videogiochi. XBOX 360 supporta l’HD Ready, mentre il Nintendo Wii addirittura si ferma al 576i. Quindi, per quanto riguarda il mondo dei videogiochi per i prossimi 5 anni, solo i fortunati possessori delle costosissima e lontana a venire PS3 potranno godersi il 1080p.

Per tutti gli altri “next gen” c’è da aspettare la prossima generazione ancora. Per quanto riguarda invece i nuovi DVD, che stanno provando a proporre alle masse, sia il formato HD DVD che il Blu Ray supportano il 1080p, così come tutti gli altri formati HD. Peccato che non tutti i lettori supporteranno il 1080p, ma soprattutto che la ancora grande incertezza che circonda questi due standard e la scarsità di titoli sul mercato offrano rarissime occasioni per avere materiali di qualità da dare in pasto ai super plasma.

Molto più interessante è, invece, la questione dell’alta definizione legata al broadcasting.

Anche se la prima vera alta definizione, che nasce in Giappone negli anni ’80, era analogica, la nostra cara vecchia TV non potrà mai regalarci l’HD: rimarremo sempre a 576i. L’unica possibilità di andare in HD è passare al digitale: Satellite, Digitale Terrestre o, naturalmente, Net TV.

Partiamo dal satellite, l’unica vera offerta esistente. In Italia satellite è quasi solo sinonimo di SKY che non ha mancato di aggiornare la sua offerta per fornire, per il momento, solo quattro canali in alta definizione: sport, nationl geographic, cinema, e un nuovo canale chiamato Next. Per ricevere questi canali l’abbonato SKY deve pagare un supplemento e prendere il set-top-box HD che supporta esclusivamente segnali in modalità 720p e 1080i. Niente full HD quindi, che comunque non sarebbe possibile avere per la maggior parte dei contenuti televisivi. Anche quelli importati dagli USA, pur oramai girati da tempo direttamente in 1080p, vengono distribuiti al massimo in modalità interlacciata.

L’altra grande piattaforma che in Italia potrebbe distribuire l’alta definizione è il tanto chiacchierato Digitale Terrestre. Se ci si pensa, d’altra parte una trasmissione DTT non è altro che un flusso dati digitale a 24Mbs, un’ampiezza di banda più che sufficiente per l’HD, non però senza conseguenze.

Un esperimento interessante in questo senso è stato fatto in Inghilterra nello scorso mese di giugno durante i Campionati del Mondo di Calcio. Nell’area di Londra sono state trasmesse tutte le partite dei mondiali in alta definizione su un segnale digitale terrestre.

Sono state a questo scopo selezionate 450 famiglie alle quali è stato fornito uno “speciale” set-top-box fornito da ADB, in grado di ricevere un segnale codificato con l’ultimo nato tra gli algoritmi di compressione video, l’H264. È stata scelta questa soluzione perché il tema dell’ottimizzazione della banda è centrale nel cercare di ricavare dal digitale terrestre un offerta HD. Per il test londinese è stata affittata per la durata di 1 anno una nuova frequenza terrestre che è stata interamente dedicata allo scopo. Ben 20Mbits sono stati infatti utilizzati per le trasmissioni, che sono state effettuate in varie modalità per provare la risposta del pubblico.

Si è andati dai 19.5Mbps per una trasmissione in modalità 1080i (1440×1080) arrivando a 14.3Mbps per una trasmissione in modalità 720p (1280×720). La risposta del campione è stata molto positiva. Oltre il 70% dopo aver provato l’esperienza ha definito l’alta definizione un pezzo importante per la televisione del futuro. Peccato per l’enorme richiesta di banda. Anche con trasmissioni codificate in MPG4 H.264 non si è riusciti a scendere oltre il 14Mbs, la qual cosa rende molto poco probabile l’avere più di un canale ad alta definizione per ogni multiplex.

La situazione italiana, purtroppo, è ancora più preoccupante perché tutti i set-top-box presenti in Italia sono in grado di decodificare esclusivamente segnali codificati nell’ormai obsoleto MPEG2. Come è noto, l’MPEG2 ha un capacità di compressione nettamente inferiore al suo rivale più giovane. In modalità 1080i l’MPEG2 arriva a saturare quasi tutta la banda di una singola frequenza DTT, mentre, come abbiamo visto, con l’MPEG4 si può arrivare quasi a due canali. Il digitale terrestre si trova quindi in Italia stretto in una morsa particolarmente pericolosa: come piattaforma digitale potrebbe essere una eccezionale alternativa al satellite per offrire programmi ad alta definizione, trovando quindi un altro motivo razionale molto importante a giustificare la sua esistenza. Purtroppo l’attuale sistema trasmissivo ed il parco box in circolazione renderà molto difficile la partenza di canali HD, che andrebbero pericolosamente a rosicchiare capacità trasmissiva alla reti “canoniche”. È un po’ un cane che si morde la coda: la scarsezza di telespettatori “HD Ready” non permette al DTT di giustificare un passaggio così importante. L’assenza di offerta, d’altra parte, limita fortemente gli acquisti.
Ultima piattaforma che può offrire un’offerta ad alta definizione è quella della Net TV, la nostra preferita . In questo caso dobbiamo considerare la Net TV solo nella sua accezione “non lineare” e quindi per un tipo di fruizione “on-demand” del contenuto. Il Podcasting Video è l’esempio più emblematico di Net TV. In questa modalità lo spettatore non vede “in diretta”, ma sceglie cosa vuole vedere e lo scarica o, meglio, si abbona al Podcast Video per ricevere in automatico tutte le nuove puntate trasmesse. Contenuti di questo tipo possono essere distribuiti in alta definizione.

Apple, ad esempio, già distribuisce per la maggior parte dei trailer cinematografici una versione HD, spesso in modalità 1080p. Sono pensati per essere visti con un PC, con QuickTime 7 in grado di decodificare MPEG4 H264, e prevalentemente su un monitor di computer che ormai ha una risoluzione molto simile a quella dal full HD, se non superiore. Lo spettacolo, per chi lo può vedere, è veramente entusiasmante.

È ragionevole pensare che anche il prossimo nascituro iPod per la TV chiamato per ora iTV, che Apple farà uscire nei prossimi mesi, abbia, oltre la già nota porta HDMI, anche il supporto a livello software per H264 e per l’HD. Questo potrebbe portare con grande rapidità molti contenuti distribuiti in rete in HD direttamente ad essere visualizzati sui super plasma 1080p.

Qualcuno, naturalmente, sta già provando a montare sopra questa nuova opportunità un modello di business. Dal servizio online Liberated Films , una sorta di YouTube dedicata ai cortometraggi, gli utenti possono vedere gratuitamente ma in “standard definition” i film presenti. Chi vuole godersi l’alta definizione deve pagare.

Tante invece cominciano ad essere le offerte di contenuti digitali in alta definizione, ai margini però della Net TV. Microsoft ad esempio con il suo Live! Marketplace permette da questo mese di comprare online film da scaricare e vedere direttamente sul XBOX 360. Qui l’HD, come sappiamo, è limitata a 1080i e con l’XBOX il mondo dei Podcasting Video è precluso.

Channel 4 in UK con il servizio 4oD , Wal-mart negli USA, fino ad arrivare ad iTunes di Apple, sono tutti servizi di download di contenuti digitali che offrono un alternativa HD per alcuni titoli.

Che siano contenuti generati dagli utenti, o da piccole produzioni, o blockbuster distribuiti dai grandi nomi, comunque la rete sembra essere una piattaforma molto promettente proprio per far decollare l’HD. Paradossalmente, è la piattaforma che ha meno problemi di banda. Il progressivo passaggio all’utilizzo del protocollo P2P anche da parte della “major” della distribuzione online, garantirà a questa piattaforma una capacità trasmissiva senza eguali.

Sarà interessante vedere come ed in che tempi evolveranno questi scenari. Per il momento, per questo Natale, la scelta forse più saggia è quella di rimanere a guardare.

Tommaso Tessarolo
Il blog di T.T.

Gli scenari di T.T. sono reperibili a questo indirizzo

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Pubblicato il 30 nov 2006
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