ONU: la vita del mondo sta cambiando

ONU: la vita del mondo sta cambiando

Digital.Life è il rapporto che descrive come si trasforma l'esistenza dei netizen. La Rete sarà sempre più ubiqua e pervasiva: i servizi saranno disponibili sempre e ovunque, a fronte di sempre più frequenti incursioni nella sfera privata
Digital.Life è il rapporto che descrive come si trasforma l'esistenza dei netizen. La Rete sarà sempre più ubiqua e pervasiva: i servizi saranno disponibili sempre e ovunque, a fronte di sempre più frequenti incursioni nella sfera privata

Èstato presentato Digital.Life , il rapporto 2006 di International Telecommunication Union (ITU) , l’organizzazione ONU delle TLC, che in molti auspicano possa diventare l’ arbitro che guiderà lo sviluppo della Rete. Digital.Life offre una panoramica completa e complessa della vita e delle questioni cruciali per la Rete di oggi e di domani.

È una Rete “allargata”, quella analizzata in Digital.Life: industria TLC, Internet, broadcaster e fornitori di contenuti convergono in un mercato digitale globale che nel 2005 valeva 3,13 miliardi di dollari. È un mercato in cui la coopetition è cruciale, almeno quanto è cruciale il ruolo dei prosumers consapevoli. Per questo Digital.Life analizza la realtà attuale in una prospettiva integrata, non trascurando di mettere in luce le tendenze che emergono “dal basso”.

L’avanzare della Internet delle Cose è uno dei segnali della convergenza dei settori industriali. Il protocollo IP sarà la Koinè per scambiarsi informazione digitale in una Rete che si avvia ad essere ubiqua, invisibile e pervasiva : ognuno sarà dotato di più dispositivi connessi e capaci di interoperare, ognuno guiderà il processo di RiMediazione .

Il telefonino appare come l’avamposto della Internet of Things . Il cellulare sa interpretare di volta in volta il ruolo di radio o di tv, è diventato lettore mp3 per il 67 per cento delle persone fra 18 e 35 anni. E sono sempre di più i dispositivi mobili connessi alla Rete, grazie anche agli hotspot che iniziano a punteggiare città e luoghi di aggregazione.

Il rapporto ITU non trascura di analizzare la rivoluzione del digitale , i cui effetti risulteranno amplificati dall’ubiquità . Il digitale è un mezzo per semplificare l’accesso all’ informazione (sono quaranta miliardi le pagine Web), per reinventarla con i media personali, per comunicare, relazionarsi e condividere nell’ambito delle social network .

Ma non solo, la Rete è intrattenimento con i Massively Multiplayer Online Role-Playing Game (MMORPG) , con le versioni multiplayer online dei videogiochi e con le potenzialità in ambito videoludico delle personal area network.

La Rete ubiqua e pervasiva offre inoltre appetitose opportunità di business. Ad esempio, il settore dei micropagamenti , che nel 2004 valeva 50 milioni di dollari, appare in ascesa. Il sistema potrebbe riscuotere successo nell’ambito dell’m-commerce o, ad esempio, nella segmentazione delle offerte di musica digitale, riducendo la percezione della spesa e non costringendo all’acquisto in bundle di pacchetti a cui si è poco interessati.

Nel rapporto ITU si osserva, inoltre, che l’interazione mediata dalla Rete induce ad una critica permeabilità tra sfera pubblica e sfera privata . Emerge quindi l’urgenza di fronteggiare le sempre più frequenti incursioni, statali e private, nella dataimmagine degli individui digitali a fini di profilazione e categorizzazione.

Saranno strategie governative e private improntate alla trasparenza e al rispetto della privacy, e un adeguato bilanciamento di interessi, sicurezza e libertà a regolare il campo, affiancandosi alla crittografia e alle cosiddette Privacy Enhancing Technologies (PET), capaci di porre un limite a tracciamenti e sorveglianza.

La commistione tra Rete e vita quotidiana è sempre più estesa ed intensiva. Per questo motivo il digital divide resta un argomento fondamentale nell’agenda dell’ITU. La questione, a parere dell’organizzazione della Nazioni Unite e del suo segretario generale, il malinese Hamadoun Touré, sta cambiando aspetto. In un mondo che si avvia verso la comunicazione mediante l’IP come lingua franca, in cui le persone di età inferiore ai 55 anni migrano in massa dal consumo di media analogici alla fruizione di media digitali, il digital divide si sta trasformando da un fenomeno quantitativo ad un fenomeno qualitativo . È il tipo di accesso alla Rete che determina la qualità della vita digitale: sono “cittadini digitali di serie A” coloro che hanno accesso ai 277 milioni di connessioni a banda larga, mentre il resto del mondo arranca fra inaccessibilità e connessioni lente e limitanti.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
5 dic 2006
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