Lo sbarco dei luddisti italiani

Lo sbarco dei luddisti italiani

di Luddist. Apre la prima ezine dedicata a chi la tecnologia non la vuole, o ne vuole meno, o non vuole quella che gli danno. Notizie per chi non ne può più, da sfogliare a colpi di mouse. Tira fuori la matrix che c'è in te
di Luddist. Apre la prima ezine dedicata a chi la tecnologia non la vuole, o ne vuole meno, o non vuole quella che gli danno. Notizie per chi non ne può più, da sfogliare a colpi di mouse. Tira fuori la matrix che c'è in te


Roma – “Aumentano i netslaves”, “Ragazzi soli nelle chat”, “Occhiali allucinogeni”, “Grillo: perché non distruggiamo i computer?”, “Natalia Estrada: passo troppo tempo col videogioco”. Questi sono alcuni dei titoli assolutamente esaltanti che si trovano in quella che per me è stata una scoperta notevolissima: la prima ezine italiana interamente redatta da quelli che vogliono dimostrare che la tecnologia corre troppo, che non ci si riflette sopra abbastanza, che tutti noi si è travolti da messaggi e pubblicità che non ci consentono di fermarci e chiederci se, prima di tutto, questo hi-tech ci è utile. Riescono nell’intento?

Ieri Netdipendenza.it è stata presentata ufficialmente, ma al di là delle chiacchiere di una conferenza stampa sono le sue pagine online ad urlare un desiderio di indipendenza. A ciascuno lo stabilire se è un desiderio sano. Io, che per anni ho coltivato con passione una diffidenza non tanto verso la tecnologia ma verso i sorrisi smaglianti di chi me l’ha proposta come la soluzione a problemi che non avevo, confesso di essere stato risucchiato da un banner-strillone: “NO DIGITAL, il nuovo Movimento contro l’eccesso di tecnologia digitale”. Quella specificazione, “digitale”, mi ha fatto fare un salto sulla sedia alto quasi quanto il fatto che il banner sia realizzato con Flash.

Forse il momento topico della mia osservazione di quel sito, effettuata con gli occhi sgranati e con una – lo ammetto – contraddittoria incredulità, l’ho percepito sulla pelle quando ho intravisto il volto di Keanu Reeves e, più sotto, una frase liberatoria: “Stai per diventare una matrix?”. Da lì il sito offre la possibilità di inviare una mail in redazione per l’eventuale pubblicazione su quelle pagine della propria descrizione di quella sensazione che leggera e un po’ subdola avvolge tutti coloro che, quando pigiano i tasti della tastiera, non sono sicuri di farlo perché lo vogliono ma perché si trovano a farlo punto e basta.

Lo stile narrativo usato dalla redazione è stupendo. L’articolo “A me gli occhi! Arriva ora il web tridimensionale” è infatti condito da un occhiello a forma di chicca: “Macromedia, produttrice dei famosi programmi Flash, Dreamweaver e Director, sta preparando il web a 3 dimensioni. Così, mentre il 2002 si annuncia come l’anno del fastweb, si avvicina l’era della navigazione in puro stile Matrix… .

Pensate che stiano scherzando? Vi sbagliate. Sono serissimi, c’era persino l’onorevole Pecoraro Scanio alla presentazione del sito. L’articolo “Arrivano i computer che si indossano” è presentato con quelle parole che avremmo voluto leggere da tempo: Il computer ha rivoluzionato la nostra vita. Non sempre in meglio. Ora arrivano i nuovi pc, piccoli come una penna, indossabili sul bavero della giacca, da mettere al polso. Come definire queste “tendenze”. Progresso? Netdipendenza? O follia globale? . Chi ride è perduto.

Seguirò questo sito. Può anche essere che entrerò nel movimento contro la troppa tecnologia. Mentre vi godete questa suspance non perdete l’occasione di assaggiare NetDipendenza , ne rimarrete sorpresi di sicuro.

Luddist

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Pubblicato il
28 giu 2002
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