Malaysia, terra di bucanieri e avventure senza tempo. La patria del coraggioso pirata nato dalla prolifica penna di Emilio Salgari continua ad avere problemi con i gran filibustieri: anche se, oggigiorno, i furfanti più operosi si sono spostati sulle strade, e le razzie che preferiscono riguardano automobili di varia fattura e provenienza . Una vera e propria piaga, tanto che il governo di Kuala Lumpur ha deciso di mettere gli RFID fra le ruote , o meglio nelle targhe delle macchine, per ostacolare i dannati ladri da strada in attività costante.
I sempre più invasivi microchip di controllo a radiofrequenza, al centro di una discussione infinita per le stringenti implicazioni sulla privacy e le infinite possibilità di sorveglianza offerte dalla tecnologia in sé, verranno installati da meccanici autorizzati nelle targhe degli autoveicoli , e permetteranno l’identificazione istantanea da parte dei bad boys malesiani: gli RFID conterranno tutte le informazioni sull’autovettura e quelle sull’identità del proprietario.
Il Dipartimento del Trasporto su Strada, responsabile dell’iniziativa, sostiene che le e-targhe (come sono state ribattezzate) equipaggeranno prima di tutto i mezzi di nuova immatricolazione, con i veicoli più anzianotti (e quindi meno desiderabili dai pirati da strada) a seguire. La semplice rimozione della targa o del microchip, una volta che il sistema sarà andato a pieno regime e avrà coperto l’interno parco macchine del paese, non servirà a nulla: passando semplicemente lo scanner sulla e-targa le forze di polizia potranno conoscere tutte le informazioni utili della macchina , identificare in un lampo il reale proprietario del mezzo o accorgersi che semplicemente qualcosa non va nel caso la lettura non vada a buon fine.
Già usate in passato nella iper-motorizzata California , in Giappone e nella patria del controllo globale al di là della Manica , le e-targhe sono la speranza tecnologica a cui il governo della Malaysia si affida per vedere finalmente ridotti gli alti indici dei crimini commessi dai ruba-macchine. La augurabile corta distanza a cui dovranno essere letti gli RFID dovrebbe altresì garantire la privacy dei guidatori , ma su questo il direttore del Dipartimento del Trasporto su Strada ha preferito evitare qualsiasi commento.
Alfonso Maruccia