Video online, Philips darà caccia ai pirati

Video online, Philips darà caccia ai pirati

Un nuovo servizio dell'azienda sarà messo a disposizione di portali di video sharing, siti web e persino sistemi peer-to-peer. Scoverà, dice Philips, i materiali illegali
Un nuovo servizio dell'azienda sarà messo a disposizione di portali di video sharing, siti web e persino sistemi peer-to-peer. Scoverà, dice Philips, i materiali illegali

Philips unisce il proprio nome a quelli di chi sta cercando una soluzione tecnologica che permetta di individuare rapidamente materiali pirata video e audio caricati online dagli utenti, o scambiati sulle reti del file sharing.

L’azienda, riferisce AP , sta per lanciare il suo MediaHedge , un servizio che analizza i file pubblicati o sottoposti al suo vaglio in cerca di tag o caratteristiche specifiche che consentano di paragonare quei file ad un database gestito dall’azienda. In caso di riscontro positivo, questo il concetto, i gestori di siti potranno decidere sul da farsi. Secondo Philips, MediaHedge è in grado di individuare un video pirata anche se la sua qualità è stata modificata, o se è stato alterato o se sono stati utilizzati solo brevi spezzoni del video originale.

“MediaHedge – spiega Philips – è un sistema di risoluzione automatica dei diritti, che può sostituire le procedure attuali secondo cui i gestori di siti web rimuovono materiale protetto da diritto d’autore dai propri siti dopo che è stato richiesto loro dai detentori dei diritti. Quando MediaHedge identifica la pubblicazione di materiale protetto, l’operatore web può decidere se consentire, limitare o impedire l’uso dei materiali appena caricati sul proprio sito di video sharing o rete P2P, sulla base dei desideri dei detentori dei diritti”.

A lavorarci sopra sono i ricercatori dell’iniziativa Philips Content Identification . A loro dire “MediaHedge è amico del consumatore e non limita l’uso di contenuti di cui dispongono né restringe l’uso sempre più popolare dei siti di video sharing”.

Tra i potenziali clienti di un sistema del genere, dunque, colossi come YouTube , da tempo a caccia di un dispositivo che consenta di evitare grane legali per la pubblicazione da parte degli utenti di video protetti senza autorizzazione sul proprio sito.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 15 dic 2006
Link copiato negli appunti