Sharemedia, web-tv made in Italy

Sharemedia, web-tv made in Italy

No all'IPTV e alle tv online chiuse, sì agli standard aperti. L'azienda unisce le forze di Unidata e Unicity sfruttando il DRM e il know-how di Microsoft e raggiungendo la RAI. I clienti? Imprese col pallino della comunicazione video
No all'IPTV e alle tv online chiuse, sì agli standard aperti. L'azienda unisce le forze di Unidata e Unicity sfruttando il DRM e il know-how di Microsoft e raggiungendo la RAI. I clienti? Imprese col pallino della comunicazione video

Dal 26 ottobre è sul mercato ShareMedia , una collaborazione Unidata, Unicity, RAI e Microsoft, tesa a fornire servizi, software e infrastrutture per quanti volessero realizzare e distribuire contenuti video attraverso la rete. ShareMedia vuole presentare se stessa non come una IPTV ma come un service di web-tv che si appoggia ad un’infrastruttura libera e non ad una rete proprietaria .

Al progetto, Unidata collabora fornendo l’erogazione del servizio tramite infrastrutture, data center e server, Unicity occupandosi dello sviluppo del software e dei contenuti, RAI sperimentando i contenuti e Microsoft fornendo la tecnologia di base, dai DRM allo streaming . In questo modo Sharemedia può fornire un pacchetto completo (dall’infrastruttura ai contenuti) o parti di esso. Per capirne di più, Punto Informatico ha scambiato quattro chiacchiere con Renato Brunetti , presidente Unidata.

Punto Informatico: Sharemedia afferma di trasmettere filmati con la medesima qualità del segnale televisivo, è la verità?
Renato Brunetti: Sì, trasmettiamo con uno streaming da 1 Mbit, con il video compresso opportunamente otteniamo un broadcasting normale ricevibile correttamente da qualsiasi Adsl media. Se dunque la connessione del cliente consente 1 Mbit, avrà la medesima qualità di una trasmissione video in Mpeg2.

PI: Mi è sembrato di capire che il target a cui vi rivolgete è quello business, aziende che vogliono realizzare delle web-tv interne, giusto?
RB: Sì, uno dei mercati è quello che corporate tv. Sia verso l’esterno che verso l’interno, a scopo formazione o veicolazione di contenuti specifici, come eventi aziendali.

PI: E non ci sono altri mercati nei quali volete entrare?
RB: Beh c’è la vendita di contenuti. Attraverso un sistema molto robusto di DRM se qualche cliente lo vorrà fare potrà scaricare e comprare film o altri contenuti a pagamento. Siamo in grado di offrire sia uno streaming con fruizione immediata del contenuto che il download, cioè ci si scarica il film e lo si vede successivamente con tutto un meccanismo di protezione di contenuti.

PI: In questo senso entra in gioco anche Microsoft. Il vostro rapporto con il big di Redmond si limita al DRM?
RB: No, va anche più in profondo a livello di sviluppo combinato. Parte di quello che stiamo sperimentando sarà integrato in Sharepoint (il celebre portal server Microsoft , ndr.).

PI: Per i contenuti avete preso accordi specifici con le case di distribuzione?
RB: No no, questo sta al cliente, non è il nostro ambiente. Noi forniamo unicamente la tecnologia a chi vuole andare sul mercato della distribuzione dei contenuti.

PI: Punto Informatico ha più volte affrontato la questione web tv – iptv , la vostra scelta cade sulla web tv, perché?
RB: L’IPTV oggi è una soluzione di televisione in diretta o on demand, che è proprietaria dentro la rete, nel senso che ogni operatore ha la sua: Fastweb, Telecom, Tiscali e via dicendo. Si tratta di ambienti chiusi, perché con il set top box di Fastweb non si vede la tv di Telecom e viceversa, sono tv in concorrenza con la tv satellitare o il digitale terrestre.

PI: Invece voi?
RB: Il nostro è un concetto diverso, la tv deve essere trasportata direttamente su internet, disponibile a tutti senza concessioni proprietarie. Anche perché con la grande disponibilità di larga banda è assolutamente possibile anche utilizzando dei set top box di tipo standard come il Media Center di Microsoft. Noi possiamo quindi sia trasmettere verso PC che su set top box aperti (non proprietari) collegati alla tv. Secondo me poi aumentando sempre di più la banda è più logico fare la tv direttamente su internet, e questo è dimostrato anche dal successo di siti come YouTube.

PI: Ecco, voi come vi ponete rispetto alla produzione di contenuti dal basso?
RB: Non è escluso che qualora ci sia un cliente interessato lo possiamo fare, ma a brevissimo termine comunque non è un progetto. A metà dell’anno prossimo forse…

PI: Al momento i vostri clienti di punta sono RAI e Publicis, è prevista l’aggiunta di qualche altro cliente importante?
RB: Non ci sono ancora annunci ufficiali ma arriveranno a breve.

PI: Ma parliamo sempre di corporate tv?
RB: Beh anche una via di mezzo, sono contratti non ancora chiusi e quindi non posso anticipare, ma tra poche settimane saranno definitivi.

a cura di Gabriele Niola

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Pubblicato il 21 dic 2006
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