Neutralità, AT&T riaccende gli animi

Neutralità, AT&T riaccende gli animi

La telco americana offre la garanzia di una rete completamente neutrale come incentivo per far approvare in tempi brevi un'operazione commerciale. Ottiene l'approvazione, ma le ambiguità sulla neutralità della rete crescono
La telco americana offre la garanzia di una rete completamente neutrale come incentivo per far approvare in tempi brevi un'operazione commerciale. Ottiene l'approvazione, ma le ambiguità sulla neutralità della rete crescono

Washington (USA) – Nel tentativo di ammorbidire i membri della Federal Communications Commission (FCC) statunitense e risolvere l’empasse in cui si era incagliata l’acquisizione di BellSouth Corp. , la nuova AT&T ha solennemente promesso di mantenere la propria rete “neutrale”, senza imporre blocchi di alcun tipo a contenuti ed accessi provenienti dai provider concorrenti.

Ne dà notizia IDG News : AT&T, il più grande provider di connettività locale e a lunga distanza degli States, si impegna a non imporre filtri sul traffico di rete , a non priorizzare o degradare i bit-flussi sulla base della “provenienza, appartenenza o destinazione” per due anni dalla conclusione della discussa fusione con BellSouth (l’ultima delle Baby Bell regionali a mantenere il proprio nome originale dopo la destrutturazione della vecchia AT&T con la deregulation del 1984).

In cambio, AT&T ha chiesto il via libera alla fusione da parte della commissione. Via libera che è arrivato: FCC ha approvato definitivamente l’operazione il 29 dicembre scorso. Grazie all’acquisizione, costata 86 miliardi di dollari , l’operatore sarà ora in grado di coprire la maggioranza del fabbisogno dell’utenza del sud, del centro-ovest e del sud-ovest della confederazione americana.

Riguardo la promessa di mantenere un approccio di net-neutrality da parte di AT&T, le reazioni sono state generalmente benevole : “Lodiamo la AT&T per essersi impegnata nel preservare l’accesso ad una Internet aperta, e ringraziamo i commissari della FCC, e tutto il loro staff, per il duro lavoro e la dedizione dimostrata in questa stagione natalizia per promuovere l’interesse dei consumatori” ha dichiarato Jim McGann, portavoce dell’organizzazione It’s Our Net .

Ben Scott, del gruppo Free Press , ha definito la promessa un “importante precedente”, ma ha esortato il Congresso degli Stati Uniti ad approvare la legislazione sulla net neutrality già presentata in Parlamento. Secondo Mark Cooper, direttore delle ricerche della Federazione Americana dei Consumatori , grazie al ritardo dell’approvazione della fusione e alla successive concessione di AT&T, FCC è stata in grado di “mantenere un campo di gioco allo stesso livello per tutti” gli attori delle telecomunicazioni, la qual cosa risultando una “Vittoria per il pubblico” e i consumatori.

Ma nella blogopalla non mancano le considerazioni critiche , come quella di Stefano Quintarelli, che sul suo blog nota come nella lettera di 19 pagine inviata da AT&T alla commissione, in realtà una piccola postilla-non-tanto-piccola al suo promesso approccio aperto all’accessibilità dei contenuti e delle fonti di informazione in rete esista. In particolare, la concessione non si applicherà “al servizio basato sul protocollo di IP Television (IPTV) di AT&T/BellSouth”. Nell’interessante digressione, Quintarelli fa un parallelo con la volontà di Telecom di applicare la stessa discriminante nei confronti dei concorrenti per favorire la propria IPTV (sulla cui questione si attendono le decisioni del Consiglio di Stato previste per il 16 gennaio prossimo), apparentemente uguale ma affatto diversa.

Telecom vuole infatti far pagare il traffico di audiovisivi sulle IPTV di operatori concorrenti mentre AT&T pare voglia filtrare tecnicamente il traffico dei competitor. Con buona pace delle promesse di neutralità (affatto dubbie, a questo punto, sul lungo periodo e non solo per la IPTV) fatte pervenire alla FCC.

Osserva infine maliziosamente il blog di Alfonso Fugetta : “(…) Ma AT&T non era quella azienda il cui presidente diceva che non sapeva cosa voleva dire Net Neutrality?”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 4 gen 2007
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