PayPal finisce nelle mani di eBay

PayPal finisce nelle mani di eBay

Il colosso delle aste continua ad espandersi su tutti i fronti e decide l'acquisizione del più noto tra gli ambienti di pagamento via Internet
Il colosso delle aste continua ad espandersi su tutti i fronti e decide l'acquisizione del più noto tra gli ambienti di pagamento via Internet


Roma – Lo straordinario successo di PayPal e gli ottimi risultati fin qui conseguiti in Borsa, dove è approdato di recente, hanno attirato come api sul miele i boss di eBay , il gigante delle aste. E così eBay ha deciso di tirar fuori la bellezza di 1,5 miliardi di dollari per mettere al sicuro la maggioranza di controllo dell’azienda.

PayPal è probabilmente il più noto sistema dedicato a pagamenti grandi e piccoli negli Stati Uniti, sebbene le sue capacità di business abbiano da tempo dimostrato di sapersi imporre anche all’estero grazie alla possibilità di uscire dall’obbligo della carta di credito, tipica della maggioranza dei sistemi disponibili online.

L’operazione, che consentirà ad eBay di liquidare il proprio sistema di pagamenti che non era riuscito a scalzare PayPal, va anche inquadrata in un contesto che vede PayPal ampiamente utilizzato proprio dagli utenti di eBay che usano i suoi servizi per scambiarsi le somme relative ad acquisti e vendite sul sitone delle aste online.

Sulla decisione di eBay si sono espressi gli analisti che ancora una volta vedono nelle operazioni del colosso americano un disegno strategico di grande efficacia, in questo caso improntato al motto “se non puoi sconfiggerlo, fattelo amico”. Anche se l’amicizia costa 1,5 miliardi di dollari, considerati comunque “non molti” dagli analisti.

Tutto argento quel che s’ossida? No. PayPal ha di fronte alcuni problemi piuttosto seri. Primo tra questi sono le indagini in corso sul suo business, perché c’è chi ritiene che le sue operazioni siano concorrenti a quelle bancarie ma senza che l’Azienda possegga un adeguato status giuridico, nonché le cause intentate da un pugno di clienti che accusano l’azienda di aver “congelato” i loro account senza una valida ragione.

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Pubblicato il
9 lug 2002
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