Ma un 22enne come diventa lavoratore IT?

Ma un 22enne come diventa lavoratore IT?

Se lo chiede un esperto informatico che da tempo cerca di entrare nel mercato del lavoro di quello che dovrebbe essere il più importante settore dell'economia nazionale. Ma quando le porte non sono chiuse, sono inaccessibili
Se lo chiede un esperto informatico che da tempo cerca di entrare nel mercato del lavoro di quello che dovrebbe essere il più importante settore dell'economia nazionale. Ma quando le porte non sono chiuse, sono inaccessibili

Salve Punto Informatico, scrivo a voi perché vorrei che sia fatta luce su un fenomeno che coinvolge un po’ tutto il mondo del lavoro ma nel caso dell’IT è a dir poco esasperante, ovvero per un giovane è paradossalmente impossibile inserirsi in questo ambiente. Impossibile perché ad ogni porta alla quale ho bussato mi sono sempre sentito chiedere la solita cosa: esperienza, tanta esperienza.

Chiariamo un punto fondamentale: ho 22 anni, tra superiori e corsi professionali in reti (i quali hanno semplicemente ufficializzato che so mettere in piedi ed in sicurezza server sia Windows che Linux) non ho avuto chissà quali occasioni di lavorare e, salvo un paio di stage ottenuti attraverso i sopracitati corsi, non ho potuto avere altre possibilità.

Università per ora no, il liceo non m’ha lasciato con chissà quale cultura e non so quanto il passo successivo potrà essere migliore. Per il momento preferisco lasciare la cosa in “standby”, magari lavorando, riuscirò a pagarmela e per quel momento prenderò una decisione definitiva.

Quello che desidero far notare è l’assoluta assurdità degli annunci e delle richieste che mi sono visto rivolgere.

Generalmente l’offerta classica delle agenzie interinali corrisponde ad un sistemista multipiattaforma, programmatore (con non meno di 5 linguaggi conosciuti a menadito), db enginer (pure qui lista chilometrica), massimo ventiquattrenne, con 5 anni (minimo) di esperienza contabile possibilmente presso grande azienda ed il tutto con contratto “junior” (alla faccia, chissà il senior allora) da 2 settimane (tranquilli, rinnovabili…) a minimo salariale.

Se non fosse chiaro, tutte le cose qua sopra elencate sono per un solo annuncio, una sola persona, il cui profilo, a naso, dovrebbe corrispondere a Bill Gates e Steve Jobs da giovani quando questi programmavano sistemi operativi e montavano computer nel garage con la stessa facilità con la quale Mac Gyver tirava fuori un’arma laser con filo di ferro e scotch: gente estremamente geniale ma sfortunata al punto da dover accettare offerte di lavoro che risulterebbero offensive per una persona con la metà delle skills richieste.

Chiaro che, alla mia età, trovare un posto da sistemista (anche “in seconda”) non è possibile, ho tentato altre strade sempre legate all’informatica come la vendita di hardware e software per la grande distribuzione o l’assistenza a domicilio per conto terzi: del resto se devo allungare il curriculum sono meglio queste cose che lavorare in un call center o in una qualunque attività non legata ai computer.

Di nuovo, niente da fare!

Il primo tentativo, quello della grande distribuzione, prevedeva nell’annuncio gente con conoscenza e passione per l’informatica da avviare ad uno stage di 5 settimane con finalità all’assunzione. Letto questo, è facile dedurre a cosa dovrebbe servire lo stage: preparare alla vendita ed al contatto con il pubblico.

Quando mi sono presentato invece, salta fuori che dovrei avere almeno 3 anni di esperienza nel settore della vendita per cui delle due, l’una: le 5 settimane servivano a convertire un venditore di scarpe che sa accendere il solitario di windows in uno di prodotti informatici.

In ogni caso, di nuovo, “esperienza”: parolina magica che tutti esigono ma che nessuno sa dove, o vuole, fornire di prima mano.

Il secondo caso, quello dell’assistenza, prevedeva di andare in casa, generalmente di anziani, per sistemare i classici problemini di tutti i giorni: dal computer che non va su internet, il virus da cancellare, la stampante da installare ecc.ecc.

Anche qui di nuovo risulto non avere esperienza sul campo ed il fatto che siano più di 12 anni che vivo a contatto con l’informatica (dove ho dovuto imparare tutto da solo perchè i soldi da spendere nell’assistenza non c’erano) a quanto pare non conta. Chiaramente neanche a parlarne di farmi provare.

Ma allora… tirando le somme: cosa devo fare per avere questa tanto miticizzata “esperienza”?
Me la regalano con i punti della benzina ?
Va bene fare un qualunque lavoro anche non legato all’informatica e poi questi “exp points” li posso “girare” dove mi conviene di più in stile RPG?

A quale santo mi devo votare per veder rispettato quello che è poi solo un mio diritto? Devo taroccare il curriculum e (valido soprattutto nell’ultimo caso) scrivere di aver già fatto assistenze in giro anche se poi non è vero?

Dovrei seguire l’esempio di chi, introducendosi nei server governativi, ha dimostrato con i fatti di valere e di essere degno di rispetto? Se voglio trovare questo benedetto lavoro da sistemista devo preoccuparmi prima di far saltare i server dove punto di andare a lavorare? Se un giorno volessi fare il programmatore dovrò reinventarmi virus-writer?

Possibile che qui in Italia le uniche strade per arrivare a qualcosa passano sempre dalla raccomandazione/affiliazione a non meglio definite “famiglie” (comprese anche le congreghe religiose) o, in alternativa, alle vie di fatto, agli atti di forza?

Qualcuno sarebbe così gentile da spiegarmi questa storia prima che cominci ad interrogare google su queste famose ultime vie?

Grazie
Angelo

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Pubblicato il
2 feb 2007
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