Cagliari – Sono sette le persone accusate di truffa e sostituzione di persona in seguito alla denuncia presentata da Tiscali alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, denuncia scaturita da migliaia di contratti che venivano apparentemente offerti ad ignari utenti a nome di Tiscali.
La notizia viene riferita da organi di stampa locali, che riportano le disavventure di utenti che, dopo aver risposto telefonicamente a questionari sottoposti loro da sedicenti operatori di Tiscali, si ritrovavano ad essere utenti di un abbonamento ADSL e voce mai realmente richiesto.
“Le accuse – racconta Anti-Phishing Italia – sono state formalizzate al termine di un indagine condotta dal pubblico ministero Luca Forteleoni della Procura della Repubblica presso il tribunale di Cagliari”. In collaborazione con l’azienda, gli inquirenti sono riusciti a portare alla luce colpevoli e relativo “modus operandi”: si trattava di alcuni procacciatori d’affari, facenti capo a tre società di servizi di Lombardia, Sicilia e Marche.
“I truffatori – spiega LaProvinciaDiCremona.it – che avevano l’appalto da Tiscali per vendere gli abbonamenti, servendosi anche di un call center a Desenzano e di altri uffici satellite, proponevano il servizio ai potenziali clienti. Davanti al rifiuto, con i dati della persona contattata ottenuti con un questionario, compilavano il modulo del contratto per l’installazione dell’ADSL e della linea telefonica, che poi spedivano a Tiscali. Il sistema di pagamento era sempre il bollettino postale. I due mantovani, (gli ideatori della truffa n.d.r.) così, intanto incassavano le provvigioni dalla società, che giravano a loro volta agli altri cinque soci, tra cui il titolare del call center di Desenzano”.
I contratti fasulli (ossia senza la consapevolezza dei “sottoscrittori”) attivati in tutta la Penisola sarebbero 5mila e 500, per altrettanti utenti che si ritrovavano, nella cassetta postale, un bollettino per il pagamento dei canoni di abbonamento. La tempesta di telefonate ricevuta dalla stessa Tiscali ha spinto l’azienda, insospettita dalla mole delle lamentele, a presentare denuncia.
Tiscali non era comunque l’unica telco su cui “lavoravano” i truffatori: nelle perquisizioni effettuate nelle tre sedi, le forze dell’ordine hanno rinvenuto molti contratti anche di altri operatori e decine di SIM.
D.B.