Alzi la mano chi vede le partite su DTT

Alzi la mano chi vede le partite su DTT

di Tommaso Tessarolo - I finanziamenti per i decoder dovranno essere rimborsati dagli operatori. Ma come? In quale misura? Quando si vanno a vedere i numeri tutto diventa caotico. Comunque andrà, non andrà bene
di Tommaso Tessarolo - I finanziamenti per i decoder dovranno essere rimborsati dagli operatori. Ma come? In quale misura? Quando si vanno a vedere i numeri tutto diventa caotico. Comunque andrà, non andrà bene

In Italia nel terreno della TV digitale sta succedendo di tutto. Se ne parla relativamente poco, e difficilmente i non addetti ai lavori riescono a tenere il filo. Il punto della situazione ad oggi è più o meno questo: SKY dice di non essere in regime di monopolio. Non sono l’unica Pay TV in Italia, ci sono anche Mediaset, Telecom e Fastweb. Le prime due sono diventate Pay TV grazie al Digitale Terrestre. Ma il digitale terrestre è nato anche grazie ai finanziamenti pubblici: 150 + 70 = 220 milioni di euro erogati in due anni dallo stato. Quindi SKY non ci sta. Dice: a me la commissione europea ha imposto decine di vincoli (quando ci fu la fusione Telepiù + Stream = SKY Italia), agli altri operatori addirittura ha permesso che venissero aiutati da sovvenzioni pubbliche.

Tornare indietro quindi. SKY chiede che le vengano tolti vincoli (ad esempio per trasmettere un’offerta anche in Digitale Terrestre) mentre la Commissione Europea chiede la restituzione dei finanziamenti pubblici erogati. Ma chi li deve restituire i finanziamenti? I beneficiari. Chi sono? Gli utenti, i produttori di STB? No, solo i broadcaster. Ok, quindi Mediaset e Telecom devono ridare indietro i soldi.

Bene, ma quanti? Non si sa. Qui viene in aiuto lo Studio Figurelli, appena pubblicato, che riferisce dei dati raccolti per il 2006:
– Il numero delle famiglie in Italia è 21 milioni e 835 mila
– il 18,10% è abbonato a SKY (3.935.000)
– il 20,80% ha un decoder DTT (4.542.000)
– l’11,30% ha acquistato una tessera Mediaset Premium (2.460.000)
– il 3% ha acquistato una carta La7 (654.000)

Quindi, sommando gli utenti che hanno comprato una carta Mediaset Premium + La7 Carta Più, si hanno circa 3.114.000 famiglie. Questo il mercato complessivo del Pay TV generato dopo i 2 anni di finanziamenti. Quindi circa il 68% di chi ha un decoder Digitale Terrestre lo usa per la Pay TV. Ergo: 149,6 milioni di euro avrebbero direttamente finanziato la nascita di concorrenti Pay TV di SKY (il 68% di 220). In questo mercato Mediaset detiene il 78%, mentre La7 il 21%. Quindi in proporzione dei 149,6 milioni di euro Mediaset dovrebbe ritornarne 116,6, mentre La 7 31,4.

Tutto chiaro? Vi sembra logico? Ed invece no, perché è tutto sbagliato. Come spesso accade, giocare con i numeri porta a risultati che sembrano lampanti ma che sono completamente fuori misura. Qual è l’errore? Innanzi tutto i box effettivamente acquistati con il contributo statale sono stati circa 2 milioni. Il che ridimensiona tutti i valori almeno del 50%. Ma il ragionamento è un po’ più articolato perché in ogni caso non si può sapere quali box sono stati finanziati e quali no. Quindi, di fatto, non si sa se chi ha comprato un box con il finanziamento rientri in quella percentuale di utenti che vedono la Pay TV. I quattro numeri da considerare in questo caso sono: 4.5 milioni hanno un decoder DTT + 3.1 milioni sono utenti Pay TV + 1.4 milioni *non* sono utenti Pay TV + 2 milioni hanno ricevuto il finanziamento. E se i finanziamenti avessero toccato tutti i 1.4 milioni di utenti che non usano la Pay TV? Il bacino finanziato a beneficio Pay TV sarebbe stato solo di 600.000 mila utenti, ovvero il 30% del totale finanziato (600mila, su 2 milioni). Il finanziamento complessivo per la sola Pay TV sarebbe stato quindi di 66 milioni di euro (il 30% di 220 milioni). Questo porterebbe Mediaset a dover pagare per la sua quota di mercato Pay TV circa 51 milioni euro, contro i 13.8 milioni di La7.

Naturalmente questo ragionamento non è corretto, perché non è vero che i finanziamenti sono andati per il 70% a chi non usa la Pay TV. Ma di quanto non è vero? Questo lo dovrà decidere Gentiloni (ministro Comunicazioni), probabilmente chiedendo una alzata di mano collettiva per fare la conta. Qualsiasi altro sistema di calcolo sarà comunque arbitrario.

Basterebbe questo a rendere la situazione a dir poco difficile da gestire, ma c’è dell’altro. Il motivo per cui i finanziamenti sono stati erogati non può essere trascurato. Un parte cospicua, infatti, dei denari destinati ad ogni box è stata erogata per supportare la presenza di tutta la parte interattiva dei box. Non voglio entrare troppo nel merito, ho già avuto modo di dire più volte che personalmente ho trovato la scelta di non includere una porta ethernet nei box sbagliata, così come sbagliata è stata la scelta dell’MHP. Ma mentre la porta ethernet è stato un errore nazionale, guidato principalmente dalla paura di ciò che si è rivelato poi inevitabile, la scelta del MHP è stato un errore prevalentemente da imputare al DVB. Il consorzio che ha sempre stabilito gli standard europei per il broadcasting è ormai in bambola. In quest’epoca dove il web sta contaminando sempre più la TV ha perso totalmente il contatto con la realtà e, mi dispiace, se si fanno fare le regole da chi ha sempre fatto televisione si finisce come siamo finiti noi con l’MHP.

In ogni caso, all’epoca dei finanziamenti un decoder di tipo ZAPPER, quindi non interattivo, in Inghilterra costava circa 150 euro. Qui da noi un decoder MHP arrivava a costare 300 euro. Quindi la scelta di puntare su decoder interattivi ha fatto sostanzialmente raddoppiare i costi all’utenza finale. Si credeva che con i box interattivi si potesse aprire la porta dei servizi digitali alle masse, e si è sbagliato. Si è tornato a credere (e ci si torna ciclicamente), che con un Televisore ed un telecomando si potesse fare tutto. E si è sbagliato. Ma il fondamento di quella scelta non è sbagliato. Se avessimo scelto di avere box DTT con la presa ethernet, decoder MPEG4, un browser W3C compliant e magari Flash, oggi saremmo stati più che orgogliosi della direzione presa. Non è stato cosi, ma l’interattività comunque l’abbiamo pagata. E questo è un altro elemento che deve rientrare nel computo dei “rimborsi”. In pratica, un box interattivo costava il 50% in più di uno decoder normale. Quindi una parte cospicua del finanziamento è stata erogata per comprimere i prezzi dell’interattività. Se prendiamo il 50% come valore di riferimento e torniamo all’ipotesi estrema di prima, vediamo il valore ulteriormente dimezzarsi. Mediaset dovrebbe ritornare circa 33 milioni di euro, mentre La7 si fermerebbe a poco meno di 7.

Questo post non vuole arrivare a nessuna conclusione se non dimostrare come con delle ipotesi siamo partiti da una situazione in cui Mediaset doveva pagare 116,6 milioni di euro, e La7 31,4, per arrivare ad un estremo dove Mediaset dovrebbe pagare solo 33 milioni, e La7 appena 7. Tutto partendo dai numeri di un indagine di mercato, sicuramente fatta con tutti i crismi che caratterizzano l’autore, ma comunque passibile di verifica. Insomma siamo dentro ad un altro classico caso all’italiana, partito male che sta finendo ancora peggio.

E comunque: alzi la mano chi vede la partite con il Digitale Terrestre.

Tommaso Tessarolo
Il blog di T.T.

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Pubblicato il 8 feb 2007
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