Il Grande Fratello volerà con noi

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Onboard Threat Detection System: si lavora su microcamere capaci di monitorare il comportamento dei passeggeri, interpretarne i segnali di stress e individuare eventuali minacce
Onboard Threat Detection System: si lavora su microcamere capaci di monitorare il comportamento dei passeggeri, interpretarne i segnali di stress e individuare eventuali minacce

Londra – Prestino attenzione coloro che sono affetti dalla paura di volare: una goccia di sudore che riga una fronte increspata potrebbe innescare un allarme, imprecazioni mosse dal panico e sbocconcellate a mezza voce potrebbero allertare l’equipaggio. Nell’ambito del progetto europeo SAFEE ( Security Of Aircraft In The Future European Environment ), infatti, si sta lavorando a delle minuscole cam e ad altrettanto minuscoli microfoni, da mimetizzare nella parte posteriore della spalliera dei sedili dei futuri velivoli civili. Trasmetteranno immagini e suoni ad un elaboratore, equipaggiato con un software capace di individuare i movimenti e i sussurri sospetti.

Fronteggiare IL terrorismo, la categoria che, nella menti dei più, si addensa attorno alle immagini dell’11 settembre 2001: questa la ragione con cui si giustifica la realizzazione di certe nuove tecnologie, anche quando invasive. Tra queste l’ Onboard Threat Detection System , sistema di occhi ed orecchie elettronici capaci di monitorare e interpretare il comportamento dei passeggeri , rilevando i gesti che caratterizzano le persone sottoposte a stress. Ciò sarà possibile grazie a software affinati da psicologi del comportamento: questi sistemi, addestrati ad interpretare gli atteggiamenti, vanno affinandosi da anni , e nel Regno Unito ve ne sono di già operativi .

Ogni strizzata d’occhio, gesti nervosi come lisciarsi i capelli, inumidirsi le labbra o sfregarsi il naso, affermano gli esperti che partecipano al progetto, potrebbero indicare che il passeggero ha qualcosa da nascondere. Magari un coltello da macellaio per minacciare il pilota, magari una cintura esplosiva, celata sotto abiti insospettabili. E i microfoni coglieranno anche il minimo sussurro: “Si sa che gli Islamici sibilano passi del Corano, prima di far esplodere le bombe”, generalizza grossolanamente il Daily Mail .

Hanno qualcosa da temere coloro che sono sotto stress per il volo? E coloro che sono nervosi proprio per l’invadenza di cam e microfoni? “Il sistema saprà distinguere i passeggeri ordinari da coloro che possono rappresentare una minaccia nei confronti degli altri passeggeri, o nei confronti di se stessi”, ha promesso al Daily Mail Catherine Neary , capo del progetto Onboard Threat Detection System presso BAE Systems .

Problemi di intrusione nella privacy dei passeggeri? “I dati non saranno analizzati dalle persone”, così Catherine Neary, in una dichiarazione raccolta da ABC nei mesi scorsi, aveva difeso l’ Onboard Threat Detection System . E, più di recente, Neary ha aggiunto che tutto avverrà nel pieno rispetto del Data Protection Act (il codice inglese che dovrebbe difendere la privacy): le registrazioni verranno rimosse appena toccato il suolo. Non appare dello stesso parere Shami Chakrabarti, dell’associazione per i diritti civili Liberty : “Ècomplesso stilare schemi comportamentali tagliati sul singolo osservato”, e aggiunge, “le persone saranno così esasperate dal monitoraggio che vorranno smettere di volare”.

SAFEE, progetto a cui si è dato il via nel 2004, quattro anni di durata e 35 milioni di euro per coinvolgere industria ed istituzioni europee nella costruzione di un velivolo totalmente sicuro, dirama la sua azione in diversi sotto-obiettivi. Si sta lavorando al tagging delle valigie per abbinarle più efficientemente ai passeggeri; ai controlli biometrici incrociati al check-in e all’entrata dell’aereo, per verificare l’identità delle persone imbarcate; a rilevatori di esplosivi sensibilissimi e a sistemi di riconoscimento che possano consentire solo ai piloti autorizzati di prendere il comando dei velivoli. Si stanno inoltre approntando sistemi per crittare le conversazioni fra equipaggio e torre di controllo, ed un pilota automatico anticollisione.

Le prime applicazioni dell’ Onboard Threat Detection System , e probabilmente anche delle altre tecnologie che si stanno affinando nell’ambito del progetto SAFEE, non saranno comunque adottate prima di dieci anni . Troppo oneroso implementare questi sistemi a bordo dei velivoli: significherebbe ripensarne le strutture e gravare le compagnie aeree di costi insostenibili.

Gaia Bottà

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Pubblicato il 15 feb 2007
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