Gli hotspot WiFi? Paradiso di violenti e criminali

Gli hotspot WiFi? Paradiso di violenti e criminali

Le forze dell'ordine americane sono preoccupate per il crescente diffondersi dell'uso criminoso dei punti d'accesso wireless negli States. Sono pericolosi, dicono, poiché favoriscono l'anonimato
Le forze dell'ordine americane sono preoccupate per il crescente diffondersi dell'uso criminoso dei punti d'accesso wireless negli States. Sono pericolosi, dicono, poiché favoriscono l'anonimato

Roma – Il wireless e i punti di accesso in standard WiFi visti come strumento sempre più frequentato da cyber-teppisti, criminali telematici assoldati dai soliti pedofili che adescano teenager su MySpace o che si scambiano contenuti osceni ritraenti ragazzini in tenera età: le possibili implicazioni dell’accesso wireless distribuito vengono descritte dalle autorità giudiziarie americane come uno scenario preoccupante .

Protetti dall’anonimato – dicono ora – i malintenzionati usano con sempre maggiore frequenza le connessioni wireless per portare a termine le proprie perverse malefatte, siano esse di accesso pubblico o a carattere privato ma comunque senza alcuna protezione. Lo denuncia in particolare la task force multi-giurisdizionale Internet Crimes Against Children , nata con lo scopo di perseguire gli atti criminosi di natura sessuale che coinvolgono minori.

L’organismo nota come sempre più spesso gli agenti di polizia incappano in casi in cui i molestatori si servono di uno degli attuali 46mila hotspot WiFi sparsi per la nazione. Protetti dietro la connessione libera, senza alcun obbligo di identificazione se non quello del log dell’IP e delle attività di rete.

“Non abbiamo ancora una strategia sul come combattere una cosa del genere”, ha dichiarato al Washington Post l’agente Kevin West nella Carolina del Nord, confessando le paure di comunicare alla stampa fatti del genere e della possibilità che qualcuno con intenti criminosi ne approfitti . “Ma abbiamo bisogno di parlarne in modo da riuscire a scoprire come risolvere il problema”, ha poi aggiunto West.

“La tecnologia fa in modo che il parco pubblico non sia il solo posto dove operano i pervertiti”, ha commentato infine West. Per individuare i criminali sessuali in rete gli investigatori continuano a fare conto su software e dispositivi di tracking , ma l’impiego crescente degli hotspot wireless per la connessione mostra ogni giorno di più i limiti stringenti di questo approccio.

Per ora, le autorità si limitano a consigliare di proteggere con password e dispositivi hardware appositi le reti WiFi domestiche, per evitare di esporle a possibili usi inappropriati e delittuosi.

Ma il dibattito sulla disponibilità diffusa di punti di accesso wireless al network globale fa discutere anche la blogosfera. Ne parla ad esempio Manteblog , denunciando una certa tendenza italiana a propagandare Internet come sede prediletta del Demonio, ripiena di ogni genere di esseri malvagi pronti ad usare la connessione per fare a pezzi bambini e rubare dai conti bancari dei metalmeccanici.

Preoccupazioni “in parte figlie di una deprivazione culturale”, suggerisce il weblog, in un paese in cui si è cominciato ad utilizzare la rete partendo dai suoi possibili rischi e solo dopo scoprendone i tanti e indubbi vantaggi. Una tendenza che produce cose come “l’ossessivo controllo dei log” degli Internet Cafè e l’allarmismo sul pedoporno che, uniti all’estrema ignoranza della classe dirigente su cosa sia realmente Internet e a cosa possa servire, strozzano lo sviluppo e la diffusione della connettività distribuita .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
15 feb 2007
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