Microsoft rivendica diritti su OpenGL

Microsoft rivendica diritti su OpenGL

Il big di Redmond sembra deciso a rivendicare la paternità di alcune proprietà intellettuali alla base di OpenGL, uno standard grafico che fino ad oggi si era mantenuto aperto e libero da royalties. E domani?
Il big di Redmond sembra deciso a rivendicare la paternità di alcune proprietà intellettuali alla base di OpenGL, uno standard grafico che fino ad oggi si era mantenuto aperto e libero da royalties. E domani?


Roma – La lunga mano di Microsoft sembra aver stretto fra le sue dita lo standard grafico OpenGL, il più importante insieme di API multipiattaforma per lo sviluppo di applicazioni grafiche 2D e 3D. Ad un recente meeting della OpenGL Architectural Review Board (ARB), l’organo che guida lo sviluppo del noto standard, il colosso di Redmond ha infatti ufficialmente reclamato la paternità di due brevetti alla base delle specifiche OpenGL.

I brevetti in questione riguardano le tecnologie “vertex programming” e “fragment shading”, entrambe in grado di fornire agli sviluppatori un maggior controllo e libertà nella creazione di effetti 3D, in particolare quelli di illuminazione. Secondo alcuni esperti del settore, queste due tecnologie fanno parte di una grossa porzione di proprietà intellettuali che Microsoft acquistò per 65 milioni di dollari da Silicon Graphics, la madre originaria di OpenGL, a cavallo fra il 2001 e il 2002. Individuare l’origine di queste licenze non è per altro facile visto che negli ultimi anni Microsoft ha acquisito brevetti da molte società, fra cui Nvidia, ATI e Intel.

Microsoft non ha ancora chiarito in che modo intenda far valere i suoi presunti diritti sulla tecnologia alla base di OpenGL, limitandosi ad affermare che è suo desiderio offrire termini di licenza “ragionevoli e non discriminatori”.

Le dichiarazioni di Microsoft non hanno per altro evitato il sorgere di numerosi dubbi e timori sul futuro di OpenGL, uno standard che, grazie al fatto di essere privo di qualsiasi “balzello”, è ormai divenuto lo standard grafico de facto sulle piattaforme non-Windows e la prima alternativa a DirectX sulle piattaforme di Microsoft.

A dispetto di altre società che detengono proprietà intellettuali sulle tecnologie alla base di OpenGL, Microsoft parrebbe non avere nessun interesse nel conservare la natura aperta e libera da royalties di uno standard grafico multipiattaforma e rivale delle DirectX. Ed ecco perché, secondo alcuni analisti, Microsoft avrebbe tutto l’interesse nell’imporre royalties anche molto salate a tutti coloro che utilizzano lo standard OpenGL.

Quella che si è venuta a creare è una situazione molto delicata e complessa, che potrebbe finire per danneggiare proprio le piattaforme alternative a Windows, come Linux e Mac OS X: quest’ultimo, in particolare, ha fatto di OpenGL una delle sue tecnologie portanti.


Secondo molti, la “questione Microsoft” potrebbe andare a spezzare quel delicato equilibrio che fino ad oggi caratterizzava i rapporti fra i diversi membri che compongono l’ARB: alcuni di loro, come Intel, sarebbero ad esempio favorevoli ad uno scambio paritetico di brevetti con Microsoft, mentre altri, come SGI, preferirebbero scendere a diversi compromessi. C’è poi chi, come Apple, non sembra avere nessuna intenzione di pagare o cedere brevetti all’eterna rivale, specie se questo significherebbe accrescere ulteriormente il bagaglio di proprietà intellettuali che Microsoft può vantare nel settore della grafica.

Secondo alcuni analisti il rischio è che Microsoft, con il suo impareggiabile potere d’acquisto, possa accaparrarsi un numero sufficiente di brevetti che le permetterebbero di trasformare OpenGL in uno standard chiuso: sui forum di Geek.com qualcuno ha ironicamente proposto di ribattezzare lo standard OpenGL in ClosedGL.

Le mire di Microsoft potrebbero essere anche più ambiziose. Stando all’ ufficio brevetti americano (USPTO), il gigante di Redmond avrebbe recentemente aggiornato un brevetto risalente al dicembre del 1998 e intitolato “Processor for geometry transformations and lighting calculations”. La domanda che sorge spontanea è: perché Microsoft possiede e porta avanti lo sviluppo di un brevetto che, come si legge sul sito dell’USPTO, descrive “un processore per calcoli di computer grafica comprendente un completo motore grafico in un singolo circuito integrato”? La risposta più naturale, secondo alcuni osservatori del settore, è che il gigante di Redmond stia facendo qualche pensierino sul mercato dell’hardware per la grafica 3D, forse per sfidare Nvidia e ATI o per iniziare a costruirsi in casa i futuri chipset grafici di Xbox.

“Non dimentichiamoci – scrive TheInquirer.net – che negli anni ’80 Microsoft vendette persino, per un breve periodo di tempo, memorie per PC”.

Il caso OpenGL sembra per molti versi analogo a quello che di recente ha visto Rambus rivendicare la proprietà intellettuale di alcune tecnologie alla base dello standard di memoria SDRAM. Fatti come questi sembrano purtroppo sempre più frequenti nell’industria ed è per questo che molti, specie nel mondo open source, vorrebbero eliminare, o quanto meno ridimensionare, i brevetti sul software. Tutto ciò mentre in Europa si sta discutendo sull’opportunità di seguire la via americana ed estendere il campo d’applicazione di questo genere di brevetti.

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Pubblicato il 15 lug 2002
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