Francobollo elettronico? Ancora?

Francobollo elettronico? Ancora?

Difficile convincere gli italiani, dopo tanti anni dai primi annunci, che le novità sono sostanziali, urgenti e persino capaci di ridurre il digital divide. Ne parla un lettore
Difficile convincere gli italiani, dopo tanti anni dai primi annunci, che le novità sono sostanziali, urgenti e persino capaci di ridurre il digital divide. Ne parla un lettore

“Il cyber-francobollo arriverà presto in Italia dagli Stati Uniti a cambiare per sempre il sistema di affrancamento e di smistamento della posta. Sarà possibile ordinarlo via Internet e stamparlo da casa facendosi addebitare la cifra corrispondente sulla propria carta di credito”.

Queste tre righe sono tratte da un articolo di Repubblica.it dell’otto dicembre 1999. Il “presto” è durato (finora) poco più di sette anni, e quello che ci ritroviamo (ieri) è un altro annuncio, questa volta corale, del Ministro per le riforme e le innovazioni Luigi Nicolais e dell’amministratore delegato di Poste Italiane Massimo Sarni: è in arrivo il francobollo elettronico!

Il francobollo, naturalmente, non servirà solo a impostare la corrispondenza, ci mancherebbe, ma contribuirà, per esempio, “a ridurre il digital divide”. E se finora c’eravamo annoiati, adesso cominciamo a ridere: ma se ‘sto benedetto francobollo elettronico si scarica da internet, come diavolo faranno a comprarselo quella (quasi) metà degli italiani che non hanno accesso alla banda larga?
Oppure ci siamo distratti e il francobollo elettronico in realtà è un grosso antennone per il collegamento wireless?

Nel dubbio, Sarmi, orgoglioso che il Governo abbia deciso di affidare a Poste Italiane il ruolo di partner strategico nello sviluppo tecnologico del Paese, precisa che metterà “a disposizione del Ministero il proprio know how e le infrastrutture per creare prodotti di nuova generazione in grado di agevolare l’incontro e il dialogo quotidiano tra le comunità e la pubblica amministrazione. Semplificare ogni tipo di pratica significa elevare contemporaneamente il livello di efficienza delle amministrazioni e migliorare la qualità della vita dei cittadini”.

Per capire che c’è da fidarsi, basta entrare un giorno qualunque, a un’ora qualunque, in una città qualunque, in un qualunque ufficio postale.

Saluti
Camillo

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Pubblicato il
19 feb 2007
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