Lavoro nell'IT, 23 anni e già una carriera

Lavoro nell'IT, 23 anni e già una carriera

Manca la voglia? Manca la conoscenza? Ma sono la passione e il sacrificio a fare la differenza, e a costruire solide professionalità, che come tali vengono riconosciute. Lo sostiene un giovane professionista dell'IT
Manca la voglia? Manca la conoscenza? Ma sono la passione e il sacrificio a fare la differenza, e a costruire solide professionalità, che come tali vengono riconosciute. Lo sostiene un giovane professionista dell'IT

Milano – Buonasera, in risposta alla lettera del 22enne che non riesce a trovare lavoro nel campo ICT italiano, vorrei dire che non riesco a capire in quale piazza si stia rivolgendo.

Personalmente ho 23 anni, diplomato scientifico, laureando in Informatica Telecomunicazioni presso la Statale di Milano e lavoratore in questo campo ormai da qualche anno per passione.

Iniziato per gioco a sistemare qualunque genere di problema ai PC in casa, agli amici e ai conoscenti, ho trovato per caso lavoro prima in un negozietto di vendita hardware/software in zona, poi in una piccola società di supporto tecnico per privati (virus ecc…).

Mano a mano ho tenuto contatti su contatti (tutti leciti, senza conoscenze o altre vie “italiane”), telefono sempre acceso, disponibilità, conoscenza dell’inglese, predisposizione a viaggiare e presentabilità (giacca e cravatta in molte situazioni, anche se a 23 anni sembra inconcepibile…).

In procinto di certificarmi MCSA e MCSE (pochi esami mancanti) e Citrix (inizio ai primi di Marzo i corsi), lavoro come sistemista presso una società di Milano, che, dopo aver visto per caso come lavoravo, ha deciso di farmi collaborare con loro! (no CV, colloquio, nulla di nulla… niente parole, solo fatti).

I clienti che seguo (per privacy non posso citarne i nomi) sono società molto grandi e ben conosciute, in cui mi sono fatto conoscere ed apprezzare per le mie conoscenze informatiche.

Mi piace molto questo lavoro, e non lo cambierei mai con nessun altro.

A questo punto vorrei riprendere la lettera di risposta che ha scritto la persona che si definisce ormai “senior”: hai ragione, manca la voglia , la passione e la conoscenza, me ne rendo conto anche io, che sarei un “junior”, vedendo tutti i miei colleghi di corso in Università (questa personalmente ritengo non ci stia minimamente formando per il lavoro, anzi!). Un giorno mi è anche stato chiesto da un mio collega di corso, ormai ad un esame dalla laurea (triennale), se potevo fargli capire come si configurava Serv-U (su Windows)!

Per chi capisce la finezza, c’è da avere paura per il futuro!

Esempio concreto di voglia di lavorare è stato poco meno di tre settimane fa: 3 server alle h 23.40 si sono riavviati inavvertitamente (causa dolosa… L). In quanti si sarebbero messi da casa, non pagati teoricamente, a sistemare le cose entro la mattina successiva? Non lo so, personalmente l’ho fatto, rimanendo in piedi fino alle h.6.20, con la sveglia già puntata alle h.7.30.

Alle h.8.30 ho iniziato a ricevere una marea di telefonate dall’estero e dall’Italia chiedendo spiegazioni in merito a ciò che era successo, poiché alcuni loro dipendenti non erano stati in grado di collegarsi per alcune ore durante la notte. Alle 10.00 avevo un appuntamento di lavoro da un cliente e alle 17.00 avevo un esame.

Parlando con amici e colleghi, mi sono sentito dare sempre la stessa risposta: “tu sei un pazzo! Dovevi andare a letto e non pensarci!” Personalmente considero questo genere di situazioni come eventualità da tenere in considerazione!

Per concludere, credo che questo sia l’unico lavoro in cui c’è da lamentarsi per la troppa mole di lavoro che una persona è in grado di rifiutare, poiché non sarebbe in grado di seguirla nella giusta maniera, avendone già altre mille!

M.L.

PS: Domani mattina ho una riunione di lavoro a Londra, torno domani sera…
Credo che anche questo sia sacrificio…

Sul tema vedi anche:
Lavoro nell’IT, il problema non è l’IT
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Ma un 22enne come diventa lavoratore IT?

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Pubblicato il
27 feb 2007
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