In Italia 25 milioni di computer attivi

In Italia 25 milioni di computer attivi

8,2 milioni gli utenti xDSL e 44,9 milioni quelli di telefonia mobile attivi nel Bel Paese: lo dice il Rapporto Assinform, che conferma per il 2006 una crescita dell'ICT. Ancora di molto inferiore alle medie europee e mondiali
8,2 milioni gli utenti xDSL e 44,9 milioni quelli di telefonia mobile attivi nel Bel Paese: lo dice il Rapporto Assinform, che conferma per il 2006 una crescita dell'ICT. Ancora di molto inferiore alle medie europee e mondiali

I primi segnali erano già emersi nei mesi scorsi ed ora arrivano le conferme: l’ICT italiano, informatica compresa, sta crescendo , consolidando quell’uscita dal “tunnel” degli scorsi anni che hanno visto una situazione pericolosamente stazionaria. Ad affermarlo è il Rapporto Assinform 2007 che, come di consueto, “fotografa” la situazione del settore nell’anno appena passato.

A suscitare maggiore interesse è proprio lo sviluppo del settore informatico , che segna un +1,6 per cento sull’anno precedente. Nel 2005 aveva registrato un aumento dello 0,9 per cento rispetto al 2004 e l’anno prima aveva registrato -0,4 per cento. Ma l’ottimismo non può che essere temperato: rispetto alla crescita del settore nel Mondo nel 2006, attestatosi a +6,1 per cento (+3,7 in Europa), i tassi di sviluppo italiani si rivelano ancora platealmente contenuti .

A moderare ulteriormente gli animi interviene anche la difficoltà per il Bel paese di farsi produttore di nuove tecnologie : il ritardo accumulato dall’Italia nell’innovazione viene quindi confermato dal Rapporto, secondo cui se le cose non cambiano l’Italia diverrà sempre più un paese di consumatori di tecnologie che arrivano dall’estero .

“Per l’industria italiana – ha sottolineato ieri Ennio Lucarelli, presidente di AITech-Assinform, nel corso della presentazione dell’anteprima del Rapporto – ciò significa comprare tecnologie spesso poco personalizzate al soddisfacimento delle sue peculiarità, rimanendo esposta a crescenti difficoltà nella competizione mondiale. Per innovare e sostenere l’espansione del Made in Italy bisogna, perciò, innovare l’informatica italiana. Occorre, cioè, tornare a investire in modo massiccio nel settore dell’IT , scommettendo sulla sua capacità di generare nuove applicazioni e servizi informatici mirati a innovare la struttura produttiva nazionale, costituita prevalentemente da piccole e medie imprese”.

l’Informatica italiana
Nel dettaglio, nel 2006 il mercato italiano dell’informatica ha raggiunto i 19.804 milioni di euro aumento giustificato dalla crescita della spesa delle famiglie e, soprattutto, dalla ripresa degli investimenti delle aziende , da quelle più grandi fino alle piccole.

A sostenere la domanda di IT nelle imprese è il comparto media e telecomunicazioni , oltreché distribuzione e servizi. Non rappresenta invece un settore di impulso, proprio come negli anni precedenti al 2006, la pubblica amministrazione, che il Rapporto descrive come “comparto con la dinamica più negativa”.

A “tirare” sono le vendite di hardware , cresciute del 3,7 per cento e, in contrasto con i dati del recente passato, sono le vendite di computer a stimolare il settore (i PC sono cresciuti del 15,2 per cento). Oggi in Italia tra notebook e desktop, dove i primi si vendono ormai più dei secondi, il parco di PC installati nelle imprese e nelle famiglie è di 24,7 milioni di unità .

Si sviluppa anche il comparto software e servizi , ma solo dell’1,1 per cento (pur meglio dello 0,4 per cento del 2005), un dato che è probabilmente il più rilevante in tema di innovazione ed uno dei termometri più validi nello stabilire la capacità delle imprese italiane di cavalcare l’innovazione. Di interesse in questo senso la sensibile crescita delle tecnologie della sicurezza. A scendere, invece, è l’assistenza tecnica (-3,7 per cento).

le Telecomunicazioni
Meglio dell’informatica, come sempre negli ultimi anni, fa il comparto delle TLC che, tra apparati, terminali e servizi di rete fissa e mobile, segna un +2,1 per cento rispetto al 2005, che porta il business di settore complessivamente a quota 44.040 milioni di euro .

Il fatto che il settore non sia allineato ai dati di crescita europei (+3,7 per cento) secondo il Rapporto non va giudicato “in chiave troppo severa, quanto meno alla luce della progressione dei servizi a maggior valore aggiunto, della persistente dinamicità dei servizi su rete mobile e della buona tenuta del mercato dei sistemi e dei terminali (telefonini compresi)”.

E sono proprio le TLC mobili a generare una crescita ulteriore, un +4,5 per cento che consolida la già sensibile crescita del 2005 (+3,6 per cento sul 2004). Aumentano dunque le linee mobili , oggi a quota 81,9 milioni (+13,4 per cento), mentre il numero degli utenti attivi arriva a 44,9 milioni .

Scendono invece dello 0,4 per cento le linee fisse, ora a quota 20.398 milioni. Ed in questo quadro è interessante notare come scenda il comparto “voce” e “trasmissione dati” mentre crescono su linea fissa i servizi a valore aggiunto e le connessioni ad Internet, con la banda larga xDSL che segna un aumento del 26,5 per cento nelle utenze, a quota 8,2 milioni, mentre cresce meno, dell’8 per cento, l’utenza in fibra ottica (324mila in totale).

Lucarelli, che pure considera ovviamente positiva la crescita, avverte che esaminando il contesto mondiale sul fronte della competitività e dell’innovazione “ci troviamo, in realtà, in un quadro di marginalità nei processi internazionali di produzione dell’innovazione tecnologica che dovrebbe creare serio allarme nei nostri governanti e indurli a varare una politica di grande impatto per imprimere in tempi brevi un’inversione di tendenza”.

Un altro dato che conferma le difficoltà italiane è il rapporto tra PIL e investimenti in IT. Nel 2006, a fronte di un PIL mondiale cresciuto del 5,1 per cento, lo sviluppo dell’IT si è consolidato a +6,1 per cento mentre in Italia si è visto un +1,6 per cento dell’IT a fronte di un +1,9 del PIL. In sostanza, spiega Lucarelli, “di fronte ai grandi numeri degli investimenti in innovazione informatica che stanno trasformando il mondo è chiaro come il ritmo faticoso con cui cresce il settore nazionale dell’ICT sia assolutamente insufficiente a sostenere la nostra economia nella competizione internazionale”.

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Pubblicato il 7 mar 2007
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