Link baiting, un amo su web

Link baiting, un amo su web

di Stefano Mc Vey - Nei forum e nei siti dei tecnici di seo-marketing, si parla sempre più spesso di link baiting, ovvero la nuova frontiera del posizionamento nei motori di ricerca
di Stefano Mc Vey - Nei forum e nei siti dei tecnici di seo-marketing, si parla sempre più spesso di link baiting, ovvero la nuova frontiera del posizionamento nei motori di ricerca

Ma cosa vuol dire link baiting ? Il verbo to bait in inglese può essere tradotto con: “innescare”, “lanciare l’esca” o addirittura “adescare”. La Link baiting corrisponde a qualsiasi tipo di contenuto collocato internamente ad un sito web (sulla home o su pagine interne) che catturi l’attenzione costituendo una “esca” per attrarre gli utenti e i visitatori, convincendoli ad inserire link sul proprio sito verso il sito o le specifiche pagine web che possiedono questo contenuto di grande attrazione.

Matt Cutts, nel suo famosissimo blog , ha definito come Link bait qualsiasi contenuto che sia sufficientemente interessante per attrarre l’attenzione della gente.

Nella normalità delle cose, gli utenti che accedono e lasciano post su bullettin boards, newsgroup, siti di social networking (che consentono le conoscenze sociali come ad es. MySpace.com) o blog, inseriscono un link al proprio sito cercando di stimolare gli altri partecipanti a visitarlo. Si tratta di una forma di marketing assai potente data la sua natura “virale”.

Nell’ambito del SEO, search engine optimization , e quindi dei lavori che i seo-marketers compiono in ottica posizionamento nei motori di ricerca, la quantità e qualità dei link univoci (non scambiati) che un sito riceve rappresentano il metro attraverso il quale i motori di ricerca calcolano il valore di popolarità e quindi di importanza che Google esprime prevalentemente mediante il Page Rank. Il campo del Link bait trae origine dai lavori di link building e, pertanto, si pone anch’esso lo scopo principale di incrementare la quantità e soprattutto la qualità dei links rilevanti che il sito acquisisce da siti terzi con contenuti correlati. Questo metodo è considerato come facente parte delle tecniche che possono essere incluse nella Lista bianca , ovvero quella lista (ideale – in effetti non è stata mai scritta ufficialmente) che contiene le tecniche ammesse e consigliate dai motori di ricerca.

Tipologia della “link baiting”
Sebbene non ci sia nulla di ufficiale né quindi esista una chiara suddivisione delle tipologie di link bait, possiamo pensare di proporre una catalogazione come quella che segue:

– Informazioni: fornire informazioni che il lettore può trovare particolarmente utili come suggerimenti e consigli basati sulla personale esperienza di chi scrive e di cui il lettore può avvalersi traendone vantaggio. Gli utenti beneficiari dei consigli possono a loro volta inserire link consigliando di visitare la pagina web in oggetto.
– Notizie: fornire contenuti “freschi”, unici (cioè non copiati da altri siti web), e aggiornati, per spingere gli utenti a linkare o ancora meglio “sindacare” via RSS il feed di notizie ottenendo così una grande quantità di link univoci.
– Scherzi ed umorismo: raccontare storie simpatiche, barzellette, scherzi, divertire l’utente e spingerlo a linkare il sito (o la pagina web specifica) per condividere con altri (amici, parenti, colleghi) l’esperienza divertente.
– Impopolarità o stupore. Dire qualcosa di veramente impopolare o fare affermazioni controverse o che suscitino scalpore. Attrarre l’attenzione positivamente ma anche negativamente. Anche i link scritti con connotazioni negative contribuiscono al page rank.
– Strumenti e tools. Creare strumenti e tools utili e funzionali per l’utenza spingendola a linkare al sito.

Stefano Mc Vey
Posizionamento e Web Marketing

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Pubblicato il
13 mar 2007
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