Italia, i ricercatori scarseggiano

Italia, i ricercatori scarseggiano

La nuova edizione dell'Annuario Scienza e Società 2007 non concede sconti: il numero di ricercatori è ridottissimo rispetto alle medie europee. La loro eccellenza non basta e il futuro è un gorgo oscuro
La nuova edizione dell'Annuario Scienza e Società 2007 non concede sconti: il numero di ricercatori è ridottissimo rispetto alle medie europee. La loro eccellenza non basta e il futuro è un gorgo oscuro

Pubblicati nuovi dati sul mondo della ricerca scientifica italiano, che confermano la situazione di estrema difficoltà in cui versa il Belpaese negli anni della rivoluzione tecnologica. Secondo l’ Annuario Scienza e Società 2007 pubblicato dall’associazione Observa , in Italia il numero di ricercatori rispetto alle medie europee è decisamente basso .

In particolare, si afferma che ogni mille occupati i ricercatori italiani sono 3, contro i 17 della Finlandia. Dati che pongono l’Italia all’ultimo posto in Europa , dietro Portogallo, Grecia e i paesi dell’Est. “Eppure – spiega l’Annuario – i nostri sono, a sorpresa, tra i più produttivi del mondo, secondi solo agli svizzeri per media di pubblicazioni scientifiche per ricercatore e ben davanti a svedesi, francesi, tedeschi e americani”.

E se l’attuale eccellenza compensa almeno parzialmente il ritardo le prospettive sono pessime . “I nostri studenti – continua l’Annuario – sono tra i meno preparati del mondo in matematica – solo greci, turchi e messicani fanno peggio di noi – e dimostrano scarso interesse ad iscriversi a facoltà scientifiche”.

Una situazione di arretratezza che si riscontra anche nel consumo di informazione scientifica : l’Italia è all’ultimo posto in Europa anche per numero di “lettori di argomenti scientifici su quotidiani, riviste e internet, e agli ultimi posti per utilizzo regolare di computer e internet”.

L’insufficiente investimento in ricerca e sviluppo non riguarda peraltro solo l’Italia. A detta degli esperti, infatti, se da un lato cresce la fiducia dei cittadini su fronti “chiave” come le biotecnologie, le nanotecnologie o l’energia nucleare, dall’altro le aspettative di crescita legate alla tecnologia sono ridimensionate, soprattutto perché non si riesce a “reggere il passo” di paesi come la Cina, dove negli ultimi anni, ogni anno, investimenti su questo fronte sono cresciuti del 20 per cento.

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Pubblicato il 13 mar 2007
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