Focus/ Intel svela i suoi primi dischi Flash

Focus/ Intel svela i suoi primi dischi Flash

Tra i maggiori produttori di memorie flash, anche Intel si è lanciata nel promettente business degli hard disk a stato solido. Lo ha fatto con una soluzione che si pone come alternativa agli hard disk ibridi. Tutti i dettagli
Tra i maggiori produttori di memorie flash, anche Intel si è lanciata nel promettente business degli hard disk a stato solido. Lo ha fatto con una soluzione che si pone come alternativa agli hard disk ibridi. Tutti i dettagli

Santa Clara (USA) – Anche il gigante dei microprocessori Intel ha fatto il suo ingresso nel nascente mercato dei dischi a stato solido (SSD), dove ha appena introdotto una famiglia di prodotti battezzata Value Solid State Drive (VSSD) e dedicata ad un’ampia gamma di computer e di sistemi embedded. Il primogenito di questa famiglia porta il nome di Z-U130 , ed è disponibile con capacità comprese fra 1 e 8 GB.

A differenza degli SSD annunciati da produttori come Samsung e SanDisk , che adottano un’interfaccia PATA, SATA O ATA-8, quelli di Intel utilizzano lo standard di interconnessione USB : ciò permette di utilizzarli anche in congiunzione con un hard disk tradizionale. Del resto Z-U130 è oggi disponibile con capacità piuttosto modeste, generalmente sufficienti a contenere un intero sistema operativo ma inadatte per l’uso di questi dischi come dispositivo principale di storage: almeno per quel che riguarda notebook e desktop. Per quest’anno, però, il produttore ha già pianificato il lancio di VSSD da 20 e 40 GB , seguiti il prossimo anno da modelli con capacità di 80 e 160 GB.

Oltre ai PC desktop e portatili, Intel indirizza i VSSD anche ai sistemi embedded (handheld, router, appliance domestiche, POS ecc.), ai server e ai PC ultraportatili.

Intel Value Solid State Drive (front) Come si è detto, Z-U130 utilizza un’interfaccia USB, ma non si tratta del classico connettore di tipo A utilizzato sulle chiavette flash. I drive di Intel non sono infatti pensati per gli utenti finali , bensì per i produttori di device, che li possono connettere alla scheda madre utilizzando un collegamento standard a 2×5 contatti. Nel video contenuto in questa pagina Intel mostra come la scheda che ospita le memorie NAND flash e il relativo controller possa essere eventualmente alloggiata in un apposito slot, in questo caso integrato in un subnotebook Classmate PC : ciò semplifica l’eventuale sostituzione del drive. Nel video viene anche mostrato un portatile con un VSSD saldato ad un normale cavo USB.

BigI afferma che i suoi drive flash sono in grado di fornire una velocità in lettura di 28 MByte al secondo e una velocità in scrittura di 20 MB/s, entrambe decisamente inferiori a quelle fornite da un tipico hard disk. Ma le memorie flash, come noto, battono i drive magnetici in diversi altri campi: tra questi, l’accesso casuale ai dati (che influenza sensibilmente i tempi di caricamento del sistema operativo e delle applicazioni), la resistenza e la durata nel tempo, e l’assorbimento di corrente elettrica.

Per Z-U130 Intel dichiara una velocità di accesso casuale ai file fino a 22 volte superiore a quella di un disco magnetico, un MTBF (Mean Time Between Failure) di 5 milioni di ore, e un consumo medio di 70 milliampere. L’altro vantaggio dei VSSD rispetto agli hard disk, inclusi quelli da 1,8 pollici, è dato da un peso e uno spessore ridotti, pari rispettivamente a 10 grammi e a 9,6 millimetri (versione a basso profilo).

Intel Value Solid State Drive (back) Gli SSD di Intel non brillano né per velocità né per capienza : le soluzioni concorrenti da 1,8 pollici forniscono infatti transfer rate in lettura di circa 60 MB/s e capacità tipiche di 32 GB. Le ragioni alla base di questo gap sono almeno due: la prima è che, per il momento, Intel non mira a rimpiazzare gli hard disk ma, semmai, a fornire una soluzione alternativa ai cosiddetti dischi ibridi ; la seconda è che il chipmaker punta da subito al mercato mainstream, e dunque desidera contenere al massimo i costi di produzione . Intel non ha ancora svelato i prezzi OEM dei suoi Z-U130, ma ha affermato che già entro l’estate il modello da 4 GB avrà un costo più competitivo di un equiparabile disco meccanico da 1,8 pollici. Sempre a pari capacità, il colosso prevede che verso la metà del 2009 gli SSD da 2,5 pollici costeranno meno dei rispettivi hard disk magnetici.

Va ricordato che gli utenti di Windows Vista, grazie alla tecnologia ReadyBoost , possono utilizzare diversi modelli di chiavetta USB come cache per velocizzare il sistema operativo. I VSSD si troveranno già integrati sui computer, ma potranno essere sfruttati in modo simile ai drive USB: rispetto a questi, però, promettono un rapporto prezzo/prestazioni più aggressivo e il supporto alle piattaforme diverse da Vista, come Windows XP e Linux .

Come precisato da un portavoce di Intel, Z-U130 non è un’implementazione della tecnologia Robson , svelata dal chipmaker californiano nel 2005. Molto probabilmente Robson, di cui Z-U130 sembra rappresentare una sorta di fratello minore, utilizzerà memorie flash capaci di interfacciarsi al più veloce bus PCI Express.

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Pubblicato il
14 mar 2007
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