Una stampante per circuiti e nanomateriali

Una stampante per circuiti e nanomateriali

Da oggi l'industria austriaca è in grado di utilizzare un nuovo metodo produttivo, per sensori opto-elettronici e altri componenti, completamente basato sul concetto di stampa
Da oggi l'industria austriaca è in grado di utilizzare un nuovo metodo produttivo, per sensori opto-elettronici e altri componenti, completamente basato sul concetto di stampa

L’azienda austriaca Nanoident Technologies ha inaugurato quella che viene presentata come la prima fabbrica capace di “stampare” circuiti di sensori opto-elettronici e altri componenti.

La novità che desta interesse, come sottolinea The Register , è che lo stabilimento di Lintz è in grado di emulare l’operatività di una mega stampante a getto di inchiostro. In pratica i circuiti finali sono composti da una particolare miscela di polimeri e nano-particelle spruzzata in una “forma”. Alla fine del processo produttivo si ottengono sensori integrati spessi 100 nanometri – un’inezia se confrontati ad un capello che raggiunge i 50 mila nanometri.

Il metodo utilizzato dalla Nanoident Technologies, secondo i suoi tecnici, permette di fatto la “stampa” di ogni genere di materiale, compreso il vetro, la plastica, la ceramica e il silicio. La sostanza può essere utilizzata per realizzare componenti rigidi o flessibili, piani o curvi, spessi o sottili fino a 20 nm – un quinto della carta da 80 grammi. Una volta essiccati, l’integrità strutturale viene testata per assicurarne un normale utilizzo. Insomma, sembra un’ulteriore evoluzione della tecnica scoperta da un team di ricercatori tedeschi dell’Università di Chemnitz nel 2005, ma anche un metodo a più ampio raggio rispetto ai brevetti Xerox .

Un’altra novità interessante è data dal fatto che la modalità produttiva austriaca è assolutamente rispettosa dell’ambiente. Secondo Nanoident non solo non vi sono scarti nel processo produttivo, ma la miscela risulta eco-compatibile: le nano-particelle, ad esempio, sono realizzate con l’argento e non contengono agenti inquinanti.

Le applicazioni industriali del nuovo “sistema” sono notevoli: potrebbe giovarne il settore medicale, con nuovi sensori biologici e scanner a raggi X, e quello biometrico, con unità di riconoscimento più piccole. Nanoident Technologies non ne ha escluso, però, anche un possibile utilizzo in ambito militare.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
15 mar 2007
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