Ricariche, i rivenditori annunciano il boicottaggio

Ricariche, i rivenditori annunciano il boicottaggio

Mentre ADOC chiede all'Autorità TLC di punire le compagnie telefoniche che aggirano il taglio dei costi di ricarica, i tabaccai oggi non vendono ricariche. E da domani scatta la sospensione ad oltranza dei rivenditori di schede
Mentre ADOC chiede all'Autorità TLC di punire le compagnie telefoniche che aggirano il taglio dei costi di ricarica, i tabaccai oggi non vendono ricariche. E da domani scatta la sospensione ad oltranza dei rivenditori di schede

Chi da oggi vorrà acquistare ricariche per il proprio telefono cellulare da un tabaccaio italiano è probabile che si trovi dinanzi ad un deciso rifiuto: i tabaccai hanno intenzione di dar vita ad una serrata di massa per por fine a quello che considerano uno sfruttamento indebito della categoria da parte dei carrier telefonici.

Il primo sciopero, quello già annunciato dalla Federazione Italiana Tabaccai (FIT) , si protrarrà per tutta la giornata di oggi e vi aderiranno anche le edicole. Mentre dal 21, ossia domani, prenderà vita una protesta ancora più dura indetta da Agemos , un’associazione a cui fanno capo i distributori e venditori di “tabacco lavorato” ma anche coloro che rivendono schede prepagate. L’idea di Agemos è di dar vita ad una chiusura ad oltranza delle vendite di ricariche fino a quando alle piccole imprese di settore non verrà riconosciuto quel che chiedono.

In particolare, Agemos sostiene che sono più di 300 le piccole società sulle quali i gestori di telefonia mobile intendono riversare i mancati profitti derivanti dall’ abolizione del costo di ricarica . L’aumento degli oneri per le società di distribuzione delle schede finirebbe per tradursi anche in nuovi oneri per i consumatori, sostiene Agemos.

Ma, a detta dell’associazione, sono molte di più, nel loro complesso, le piccole aziende che rischiano grosso per la riduzione dei compensi riconosciuti agli intermediari della rivendita dalle società telefoniche.

Se i tabaccai di FIT sostengono che dai 30 centesimi lordi si passa ora ai 25 centesimi lordi su ogni ricarica venduta (mentre le compagnie “incassano miliardi”, secondo i tabaccai), Agemos avverte che le riduzioni si sommano a problemi economici e finanziari già gravi per molte aziende, tanto che potrebbero tradursi nella chiusura di molte attività .

Intanto dall’associazione dei consumatori legata a UIL, ADOC , è arrivato un appello al Garante delle TLC affinché punisca “le compagnie protagoniste di ogni forma di elusione della legge che ha abolito i costi di ricarica. Le mancate entrate non possono e non devono essere recuperate mettendo in campo strategie ambigue, in alcuni casi scorrette, che si propongono di tassare il consumatore sotto altre forme”.

ADOC, che come altre associazioni del consumo denuncia una situazione ambigua su molte nuove offerte, sostiene di aver ricevuto “oltre 12mila segnalazioni di persone che protestano in tutta Italia contro alcune compagnie di telefonia mobile. Si lamentano per l’attivazione di servizi non richiesti come la segreteria telefonica, per la modifica unilaterale del piano tariffario da parte della compagnia, per la difficoltà nel reperire ricariche di piccolo taglio”.

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Pubblicato il
20 mar 2007
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