Primi passi, si è tenuto RItaliaCamp

Primi passi, si è tenuto RItaliaCamp

In 300 per una iniziativa in stile 2.0, tra happening mediatico e laboratorio di idee. Cambiare Italia.it partendo dal basso. Com'è andata
In 300 per una iniziativa in stile 2.0, tra happening mediatico e laboratorio di idee. Cambiare Italia.it partendo dal basso. Com'è andata

Mentre le polemiche attorno ad Italia.it tendono a placarsi, 298 volenterosi di RItaliaCamp hanno impiegato meno di tre settimane per darsi appuntamento sabato scorso all’ Università degli Studi di Milano-Bicocca (tenuta appositamente aperta per l’occasione), per discutere e pensare a come dovrebbe essere un “vero” portale per il turismo in Italia .

Una partecipazione numerosa e variegata, composta da esperti e tecnici ma anche da blogger delusi dal portalone da 45 milioni di euro. C’erano , tra i tanti, Marco Ottolini (ex project-manager di Italia.it) e Gianfranco Previtera (vicepresidente Public Sector di IBM Italia ), che in nome della trasparenza hanno accettato di confrontarsi in pubblico su una questione aspramente dibattuta . I loro interventi sono stati accolti con qualche critica e timidi consensi .

Mancava invece il Governo, che a parte alcune dichiarazioni della Presidenza del Consiglio su un nuovo comitato che dovrebbe realizzare i contenuti per Italia.it, sembra mantenere le distanze. Assenti anche i media tradizionali , che stentano a riconoscere nella vicenda una notizia abbastanza interessante da riguardare il loro pubblico: ci ha pensato Robin Good a coprire l’evento in ogni sua parte, con interviste e report sulle sessioni plenarie.

Una esperienza che gli organizzatori definiscono nel complesso un successo: “Essendo stato realizzato in meno di un mese ed avendo ottenuto una grande partecipazione attiva, presso una sede di grande prestigio, con una copertura totale dei costi (che sono stati in ogni caso minimi) da parte dei supporter, RitaliaCamp non può che essere ritenuto un incontro di enorme successo “, ha detto a PI David Orban del gruppo Ritalia . “Si tratta di una sperimentazione, che si potrà ulteriormente affinare, sia per la natura focalizzata su uno specifico tema del modello BarCamp , che per il numero atipico di oltre 200 persone che hanno preso parte all’incontro. Se il gruppo deciderà di organizzare successivamente un altro evento, avremo modo di tenere conto di queste esperienze maturate per farlo ancora migliore”.

Di che cosa si è parlato alla Bicocca? Tanto di idee e poco di tecnologia : erano in molti gli addetti ai lavori che desideravano fornire il proprio parere in merito a cosa andrebbe fatto per migliorare o cambiare la struttura del portale turistico, sebbene pochi abbiano voluto fornire indicazioni tecniche precise in merito. Il risultato è stata una mappa concettuale in via di traduzione in una mindmap modificabile, e la promessa di tutti i relatori di mettere a disposizione il proprio materiale e le proprie idee sul wiki del progetto, per consentire la rielaborazione dei contenuti e la nascita di iniziative pratiche.

E se waltervannini raffredda gli entusiasmi, sono in molti in realtà i partecipanti poco convinti per lo svolgimento della giornata: lo stesso Davide Casali , tra gli organizzatori dell’evento e autore di un talk molto seguito, pur ritenendosi soddisfatto dall’esito dello sforzo collaborativo giudica lo strumento BarCamp non adatto alla creazione di uno vero documento di programmazione . Dello stesso avviso Tambu , mafe di Maestrini per Caso (che ne indica i limiti pur riconoscendogli un indubbio valore sociale ) e Giorgio Zarrelli sul suo blog . Di parere diametralmente opposto Sid05, che ritiene invece RItaliaCamp uno “tra i migliori ( Camp , ndr) ai quali ho assistito”.

Tocca a Stefano Vitta (autore di uno degli interventi più tecnici e interessanti su Wi-Fi e contenuti localizzati) mettere ordine nei pensieri e nel lavoro prodotto sabato. In una chiacchierata con Punto Informatico dichiara che un po’ di confusione c’è stata, ma resta fiducioso: “Si può sempre fare di più. Diciamo che si è cominciato a fare che, di questi tempi, è già un buon risultato. Abbiamo raccolto tante informazioni ed idee. Si tratta di valutarle, metterle in ordine e cominciare a svilupparle”. A suo dire “la forma di aggregatore di contenuti è quella che può offrire maggiore soddisfazione e garantire la reperibilità delle informazioni realmente cercate dall’utente ma anche dalle stesse regioni, comuni, località montane etc. Allo stesso tempo è giusto che la così detta informazione professionale abbia il suo spazio. In sostanza la redazione centrale, oltre a produrre la classica informazione istituzionale dovrebbe lavorare come semplice moderatore .”

Sbagliato, secondo Vitta e tanti altri partecipanti, è stato l’approccio tenuto da Italia.it: “In una visione 2.0 la risorsa fondamentale è la condivisione dell’esperienza . Quando organizzo un viaggio cerco in rete persone che abbiano già percorso itinerari simili e che abbiano pubblicato la loro esperienza. Le risorse sono già presenti in tantissime forme, si tratta solo di riuscire a filtrarle correttamente”.

Gli fa eco Orban: “Non c’è dubbio che una qualunque iniziativa online, che non tenga conto delle tecnologie che si riassumono sotto l’etichetta web 2.0, trova oggi poco riscontro positivo da parte degli addetti ai lavori . Anche i rappresentanti del progetto governativo presenti all’evento RitaliaCamp hanno indicato quanto fosse loro forte desiderio poter incorporare caratteristiche che andassero in questa direzione persino in quel sito esistente”.

Le proposte interessanti quindi non mancano per proseguire il lavoro, che probabilmente si evolverà in una serie di moduli dallo sviluppo parallelo che convergeranno, così sperano alcuni, nella nascita di un nuovo portale per il turismo.

Luca Annunziata

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
3 apr 2007
Link copiato negli appunti