Quo vadis, o Telecom?

Quo vadis, o Telecom?

Sussurri e grida sulla lunga primavera calda di Telecom Italia. Il futuro societario e l'eventualità di uno scorporo dell'ultimo miglio sono al centro del dibattito. Emerge il fattore Beppe Grillo
Sussurri e grida sulla lunga primavera calda di Telecom Italia. Il futuro societario e l'eventualità di uno scorporo dell'ultimo miglio sono al centro del dibattito. Emerge il fattore Beppe Grillo

Sono due i temi che assumono rilievo nelle valutazioni: le prospettive dell’assetto societario che controllerà Telecom Italia , la più importante TLC italiana in procinto – a quanto sembra – di cambiare bandiera e la questione della rete d’accesso, con l’eventualità dello scorporo dell’ultimo miglio. Che è di Telecom Italia.

“Qualunque sia l’assetto proprietario è molto importante, per regolare l’accesso alla rete, lo scorporo dell’ultimo miglio” ha dichiarato il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, intervenuto martedì alla trasmissione televisiva Ballarò , aggiungendo che “questa operazione non risolve il problema della volontà di Pirelli di vendere agli americani”.

È ancora presto per dire in che mani finirà Telecom Italia: nelle ultime ore emergono possibili acquirenti alternativi alle pretendenti AT&T e América Movil. Queste dovranno formulare la loro definitiva proposta su Telecom entro un mese, benché l’auspicio del presidente di Pirelli sia per una conclusione più celere. Tra le possibilità “altre”, sottolinea Finanzablog , una cordata di potenziali investitori tra cui figurerebbe anche Deutsche Telekom. “Ci sono stati contatti telefonici molto utili e nei prossimi giorni proseguiranno” ha dichiarato il ministro Gentiloni in risposta a coloro che chiedevano eventuali novità sui contatti intrattenuti tra il dicastero delle comunicazioni e le società che hanno messo gli occhi su Telecom Italia.

“Ben venga la concorrenza – dichiara il presidente della Regione Sardegna Renato Soru in un’intervista a IlSole24Ore – Ben vengano le aggregazioni, ma sul servizio, senza che questo sia a discapito del libero accesso e della massima condivisione della rete”. Allineato alle parole del ministro Gentiloni, Soru evidenzia che la rete “è innanzitutto un bene nazionale: ad essa si legano la nostra vita democratica, la nostra cultura, la nostra ricerca e il nostro tessuto industriale” e occorre quindi “distinguere la rete dal servizio come per altro anche in Italia si è fatto per l’energia o per il gas. Se avessimo realizzato per tempo questo progetto oggi avremmo probabilmente una Telecom più forte. Aver lasciato in pancia la responsabilità della rete all’ex monopolista è stato un errore. Questa è patrimonio di tutti, utenti e operatori. Il servizio invece va gestito con regole e logiche di mercato per massimizzarne l’efficienza”.

“La privatizzazione della telefonia” tuona Marco Ferrando (portavoce del Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori) “si è rivelata un gigantesco business a esclusivo vantaggio di capitani ben poco coraggiosi, che hanno ricevuto in dono beni pubblici, grazie alla compiacenza delle banche, per poi venderli, smembrarli e rivenderli senza sosta ai migliori speculatori del momento, al solo scopo di incassare ingenti fortune e pagare i debiti di gioco”. “L’unica vera soluzione di questo scandalo – sostiene Ferrando – è la nazionalizzazione della Telecom. Senza indennizzo, perché di soldi ne hanno già presi a sufficienza. E sotto il controllo dei lavoratori, a piena tutela dell’occupazione. Ogni altra soluzione sarebbe solo una truffa per i lavoratori e un regalo di Pasqua a Pirelli di quasi quattro miliardi di euro”.

Fra le incertezze che caratterizzano il prossimo futuro dell’incumbent, trapelano comunque alcune notizie su quanto avverrà nei prossimi giorni: in primis il fatto che Guido Rossi, attuale presidente di Telecom Italia, non figura tra i candidati della lista presentata da Olimpia per il rinnovo del CdA in vista delle nomine che avranno luogo durante l’assemblea che si terrà il 16 aprile a Rozzano. Assemblea a cui ha promesso di partecipare Beppe Grillo , che lo scorso settembre ha lanciato la sua share action per rappresentare in assemblea tutti i piccoli azionisti.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
5 apr 2007
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