Gli spammer? Quattro gatti. Fateli fuori

Gli spammer? Quattro gatti. Fateli fuori

Non servono nuove leggi contro lo spam, basterebbe andare a caccia di quelle gang che inviano milioni di messaggi ogni giorno. Tolte quelle, rimane poco. Un dato ben noto agli esperti che ora si appellano ai cybercop
Non servono nuove leggi contro lo spam, basterebbe andare a caccia di quelle gang che inviano milioni di messaggi ogni giorno. Tolte quelle, rimane poco. Un dato ben noto agli esperti che ora si appellano ai cybercop

Perché non si perseguono quelle poche organizzazioni criminali che diffondono spam in tutto il Mondo e si invocano spesso nuove normative? Perché si accetta di dover ricorrere supinamente a costosi e sofisticati sistemi antispam? Queste alcune delle domande che si pone l’esperto di sicurezza Bruce Schneier, studiando le analisi di Light Blue Touchpaper sulle correnti mondiali dello spam .

Partendo dai dati diffusi dal provider britannico Demon Internet , un altro nome noto della sicurezza, Richard Clayton, spiega come quando si parla di spam globale non si può parlare di “legge dei grandi numeri”. “Ovvero – sottolinea – lo spam in arrivo non è inviato da molte singole gang spammatorie, ognuna occupata a fare le proprie cose e a creare un certo quantitativo di spam giorno dopo giorno. Invece, è molto chiaro che la gran parte dello spam viene inviata da un numero molto ridotto di organizzazioni”. Criminali che di giorno in giorno scelgono dove colpire .

Questo significa, secondo Clayton e Schneier, che il problema non è la public policy sulla materia, il problema è individuare e fermare queste organizzazioni .

Si ritiene che lo spam ogni giorno bruci una enorme quantità di risorse sia in termini di tempo perso da parte degli utenti, sia di creazione e mantenimento di filtri antispam nonché di spesa legata alla massiccia occupazione di banda sulle reti dei provider causata dal massivo invio di email.

Il fatto che gli spammer più “pesanti” siano relativamente pochi non è di per sé una novità assoluta. È una conclusione a cui sono arrivati in passato anche altri esperti e il celebre osservatorio di Spamhaus solo pochi mesi fa individuava circa 200 gang come fonte della stragrande maggioranza dello spam. A rendere più urgente l’azione dei cybercop dei paesi più colpiti dallo spam è però anche l’evoluzione della propagazione . Se un tempo gli spammer utilizzavano ISP compiacenti ed applicativi specifici per diffondere in tutto il mondo la propria immondizia digitale , ormai da tempo, visti gli interessi economici in gioco, hanno “fuso” le proprie attività con quelle di cracking e virus writing: lo spam viene inviato sempre più spesso attraverso botnet di computer infetti che fungono da nodi sparaspam nell’inconsapevolezza degli utenti a cui appartengono quei computer colpiti da trojan ed altri codici malevoli.

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Pubblicato il
12 apr 2007
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