La Regione Lazio sceglie Linux (di IBM)

La Regione Lazio sceglie Linux (di IBM)

Il nuovo portale rientra nel Piano nazionale di e-government e punta ad offrire non solo informazioni ma anche opportunità. Esulta IBM
Il nuovo portale rientra nel Piano nazionale di e-government e punta ad offrire non solo informazioni ma anche opportunità. Esulta IBM


Roma – La Regione Lazio ha scelto di utilizzare una piattaforma basata su Linux per il proprio portale rinnovato. La notizia l’ha diffusa ieri IBM, perché proprio IBM gioca in questo caso un ruolo centrale, in quanto le tecnologie dell’azienda sono state quelle scelte dalla Regione.

“Per gli aspetti tecnologici non abbiamo mai avuto dubbi: – ha affermato Vincenzo Bianchini, direttore di Laziomatica, la società che gestisce il nuovo sito internet della Regione – se dovevamo fare il necessario salto di qualità per posizionare in un ruolo di assoluta avanguardia il nuovo sito internet della Regione Lazio dovevamo affidarci alla tecnologia cosiddetta “aperta”, quella cioè che consente alle amministrazioni pubbliche di utilizzare, tra l’altro, la tecnologia Linux-Websphere per disporre di software in grado di dialogare senza vincoli sia all’interno che all’esterno. Quella stessa tecnologia che l’Unione Europea si appresta a raccomandare alle amministrazioni pubbliche degli Stati membri e che anche in Italia si sta diffondendo”.

Il nuovo sito, ridefinito come “portale”, spinge naturalmente a diffondere informazioni sull’attività dell’ente Regione ma anche all’interazione con i cittadini ai quali intende mettere a disposizione tutto ciò che va dalla segnalazione delle opportunità economiche e commerciali (bandi di gara locali inclusi) a quelle sociali e culturali.

“Un sito – si legge in una nota – che intende promuovere la cultura dell’accesso e della trasparenza nella pubblica amministrazione locale con azioni indirizzate ai singoli cittadini, alle pubbliche amministrazioni locali e alle diverse organizzazioni che compongono il tessuto economico e sociale del territorio”. Il tutto viene naturalmente inquadrato nel Piano nazionale per l’e-government al quale fanno ormai riferimento tutte le principali novità che giungono dall’applicazione delle nuove tecnologie di comunicazione alle attività della Pubblica Amministrazione.

Esulta per la scelta, ovviamente, IBM. Secondo Giovanna Camorali, Manager of Public Sector Sales Healthcare and Local Government dell’Azienda, “la tendenza europea mostra una significativa diffusione dei cosiddetti standard aperti, cioè prodotti software open source o software liberi. Sono sempre più numerose, infatti, le pubbliche amministrazioni locali e centrali europee che utilizzano questi sistemi: ultimo caso quello del Governo tedesco che sta introducendo questi standard nella sua pubblica amministrazione seguito proprio in questi giorni dalla municipalità di Dortmund”.

Secondo IBM “questi sistemi presentano il fondamentale vantaggio di non essere di proprietà di un singolo fornitore ma di essere regolati da una licenza d’uso che ne garantisce la possibilità di libero utilizzo, scambio, studio e modificabilità”.

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Pubblicato il
25 lug 2002
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