World of Warcraft ora è una carta di credito

World of Warcraft ora è una carta di credito

La Visa di WoW si distingue per le grafiche e per un'opzione accumula-punti che permette di maturare gaming online ad ogni acquisto
La Visa di WoW si distingue per le grafiche e per un'opzione accumula-punti che permette di maturare gaming online ad ogni acquisto

C’è un accordo con Visa dietro la decisione di Blizzard di offrire agli appassionati di World of Warcraft una nuova carta di credito “brandizzata”. Scegliendo fra 12 grafiche diverse – che si rifanno ai personaggi e agli ambienti del MMORPG più famoso del mondo – sarà possibile disporre di una carta dai servizi speciali, espressamente pensata per i gamer più accaniti. A parte tradizionali condizioni economiche per una card di questo tipo, alcuni segnalano la presenza di almeno un benefit rivoluzionario: l’1% di ogni dollaro speso per beni o servizi viene convertito in “tempo di gioco”.

In pratica ogni “punto ricompensa”, del valore di un centesimo di dollaro, permette di racimolare minuti di abbonamento di gioco online. Visa stima che ogni 1500 punti si abbia a disposizione circa un mese gratuito. Normalmente l’abbonamento online costa 12,99 euro al mese, ma con i pacchetti di tre mesi e di sei mesi si riduce rispettivamente a 11,99 euro e 10,99 euro.

Una delle card L’offerta, al momento, comprende anche un ulteriore benefit: al primo acquisto con la card si ha diritto ad un mese di abbonamento gratuito. Ma questo vale solo ed esclusivamente la prima volta.

L’idea della “brandizzazione” delle carte di credito non è una novità, ma Phillip Torrone, redattore di MAKE , più di un anno fa aveva previsto un ulteriore salto qualitativo. In un articolo del marzo 2006 scriveva infatti: “Molto presto le società di credito e gli sviluppatori di giochi premieranno i propri clienti, che spendono nel mondo reale, con carte marchiate accumula-punti. E i premi saranno in oro virtuale di World of Warcraft e Linden dollars di Second Life”.

Questo è il futuro delle carte di credito per Torrone: premi virtuali a fronte di spese reali. In una società digitale appare come un passo inevitabile.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
8 mag 2007
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