Le polemiche per l’ intesa raggiunta nei giorni scorsi tra Governo italiano e Microsoft sul fronte dei centri di ricerca e dell’innovazione ha spinto l’ Associazione per il Software Libero a formulare una controproposta che condivide gli obiettivi di quel progetto ma li persegue in tutt’altro modo. Un’iniziativa che si incunea nelle polemiche che percorrono il mondo open source dopo l’annuncio di quell’accordo, già stigmatizzato anche da alcuni esponenti politici.
In una nota, l’Associazione specifica che secondo l’intesa sottoscritta a Palazzo Chigi “malgrado non si sappia ancora quanto costerà questa operazione ai cittadini italiani, Microsoft si è resa disponibile ad erogare ben 737.300 euro in tre anni, ovvero 245.766 euro all’anno, poco più di 20.000 euro al mese da suddividere in tre Centri di Ricerca, ovviamente non in contanti, ma “tramite terze parti, sulla base delle necessità specifiche di prodotti hardware, software, servizi di supporto tecnico e attività formative”.
Su queste basi, l’Associazione, che si dice “sensibile alle difficoltà economiche del Governo”, propone un accordo a suo dire “molto più vantaggioso”.
Con questa proposta, l’Associazione si impegna “a mettere a disposizione del Governo, per un periodo di cinque anni, attività formative, materiale didattico, soluzioni tecnologiche e software, direttamente o delegando aziende italiane che lavorano nell’ambito del software libero, per un valore complessivo dell’ordine di 10.000.000 (dieci milioni) di euro all’anno”.
“Dovunque vengano applicate sufficienti risorse umane e finanziarie – ha dichiarato il presidente dell’Associazione, Paolo Didonè – si hanno dei risultati che spesso vanno al di là delle previsioni, e ci auguriamo naturalmente che questa collaborazione, che proponiamo pubblicamente al Governo, produca analoghi risultati”.