Le imprese IT contro l'open source imposto dall'alto

Le imprese IT contro l'open source imposto dall'alto

Lo dicono le molte aziende di Aitech-Assinform, secondo cui la scelta della via open source nella Pubblica Amministrazione non può avvenire a monte, a priori rispetto alle esigenze specifiche e in barba alla neutralità
Lo dicono le molte aziende di Aitech-Assinform, secondo cui la scelta della via open source nella Pubblica Amministrazione non può avvenire a monte, a priori rispetto alle esigenze specifiche e in barba alla neutralità

Aumenta la pressione politica affinché le pubbliche amministrazioni, gli enti centrali e locali adottino sistemi open source e tra proposte di legge , convegni dedicati , dichiarazioni e direttive governative molte imprese italiane iniziano a sentirsi sotto pressione .

Lo spiega in una nota Aitech-Assinform , la più importante associazione di categoria che raccoglie moltissime imprese dell’IT italiano, secondo cui l’open source è solo una delle possibili opzioni per le amministrazioni, le cui scelte non devono essere dettate da ideologie ma da considerazioni di tipo tecnico, applicativo e strategico.

In una lettera trasmessa a centinaia di istituzioni italiane centrali e locali, l’Associazione chiede che “per quanto riguarda le scelte relative al software nelle Pubbliche Amministrazioni, venga affermato il principio del pluralismo e della libera concorrenza”.

Aitech-Assinform è esplicita sulla necessità di un proprio intervento , e scrive: “L’esigenza da parte delle imprese informatiche di scendere in campo su questo tema nasce dalla preoccupazione di veder emergere, nell’ambito della Pubblica Amministrazione, sia a livello nazionale che locale, posizioni politiche a favore di una scelta normativa sull’open source. Posizioni che secondo AITech-Assinform sono dettate più da una visione ideologica sulla contrapposizione tra software proprietario e software libero , che dall’applicazione del principio di neutralità tecnologica”.

Secondo l’Associazione, il modo migliore per garantire il mercato e allo stesso tempo la copertura delle esigenze degli enti pubblici è quello di consentire che l’individuazione delle soluzioni software adatte sia determinata dal libero confronto tra PA e imprese informatiche . Queste soluzioni, continua l’Associazione, vanno scelte in base “al solo requisito di soddisfacimento di necessità specifiche, nell’ambito di una corretta valutazione dei costi e dei relativi benefici”.

In questa visione, evidentemente, qualora venga a mancare questo momento di confronto, determinato invece da normative e direttive, verrebbero a cadere importanti garanzie sia per il fornitore che per l’ente pubblico interessato. “È fondamentale – scrive l’Associazione nella lettera – che la PA contribuisca a promuovere il principio di interoperabilità a tutti i livelli, riconoscendo senza pregiudiziali la validità di tutti gli standard tecnici presenti sul mercato e l’importanza dei formati standard documentali aperti”.

“Solo mantenendo la neutralità nella valutazione dei vari modelli o piattaforme software, è possibile, a seconda dei contesti di impiego – concludono le imprese dell’IT – privilegiare di volta in volta specifiche soluzioni, siano esse open source, proprietarie o miste”.

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Pubblicato il 15 mag 2007
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