In Brasile Linux per pagare le tasse, e in Italia?

In Brasile Linux per pagare le tasse, e in Italia?

L'associazione brasiliana per il software libero annuncia il reverse engineering di un software proprietario diffuso dal Governo per pagare online le imposte. In Italia questa possibilità non viene sempre garantita
L'associazione brasiliana per il software libero annuncia il reverse engineering di un software proprietario diffuso dal Governo per pagare online le imposte. In Italia questa possibilità non viene sempre garantita

Da qualche giorno i cittadini brasiliani che intendono avvalersi della modalità telematica per presentare la propria dichiarazione dei redditi possono farlo sfruttando una versione liberata del software ufficiale diffuso dalla Recita Federal brasiliana, l’ente che si occupa della riscossione dei tributi.

L’annuncio galvanizza la comunità software locale e si deve all’opera di FSFLA , la divisione latino-americana di Free Software Foundation , che ha compiuto un’operazione di reverse engineering sul software IRPF2007.

L’associazione sostiene che la distribuzione del software per soli sistemi proprietari rappresenta una violazione delle normative e persino della Costituzione, limitando la libertà dei contribuenti ed imponendo l’uso di determinati sistemi operativi ed applicativi.

“FSFLA – continuano gli attivisti del software libero – ritiene che tutto il software debba essere libero, nel rispetto delle libertà di utilizzo, studio, adattamento e distribuzione”.

Va detto che in Italia, nonostante i molti passi avanti compiuti dall’amministrazione per venire incontro alle necessità delle dichiarazioni telematiche, da questo punto di vista si è ancora indietro. Come si può verificare sul sito della Agenzia delle Entrate , ad esempio, le istruzioni offerte per la compilazione della dichiarazione UNICO PF 2007 riguardano solo i sistemi Windows e Mac .

Anche il modello F24 online soffre delle medesime limitazioni, una situazione ribadita su diverse pagine dei servizi fiscali online. Come noto, peraltro, chi dispone di una Partita Iva è tenuto all’utilizzo del sistema telematico per i pagamenti.

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Pubblicato il 16 mag 2007
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