Gli USA esportano l'intelligence in Messico

Gli USA esportano l'intelligence in Messico

Sono gli strumenti di monitoraggio ed intercettazione americani quelli richiesti ed ottenuti dalle autorità messicane. Proprio ora che si vuole poter spiare senza autorizzazione di un giudice
Sono gli strumenti di monitoraggio ed intercettazione americani quelli richiesti ed ottenuti dalle autorità messicane. Proprio ora che si vuole poter spiare senza autorizzazione di un giudice

Washington – La lunga esperienza maturata dai Servizi statunitensi nel controllo delle comunicazioni tra cittadini verrà messa al servizio delle autorità messicane . Il traffico telefonico e quello email potranno infatti essere più facilmente intercettati dalle forze dell’ordine messicane grazie a strumentazioni e know-how fornite al Messico dalla Casa Bianca.

La conferma arriva dal Los Angeles Times ed è singolare che questa particolare operazione di esportazione di dispositivi di intelligence arrivi proprio ora che l’amministrazione messicana di Felipe Calderon preme per consentire alla polizia di spiare le comunicazioni senza necessità di una preventiva autorizzazione di un magistrato.

Va detto che in Messico, come in tanti altri paesi già da anni, è facile intuirlo, le forze dell’ordine hanno a disposizione strumenti di intercettazione. Quelli in arrivo dagli USA sono però più sofisticati. Permettono di seguire le tracce degli utenti di telefonia mobile quando si spostano , di identificare dalla voce chi chiama una numerazione tenuta sotto controllo e di avere a disposizione un sistema informatico più potente per l’archiviazione di tutti i dati derivanti dal monitoraggio nel corso delle indagini.

Il motivo per il quale le spese relative al nuovo sistemone saranno ufficialmente a carico dal ministero degli Interni americano e di una ditta di New York appare evidente: l’amministrazione statunitense avrà accesso ai dati raccolti , sebbene, rileva LA Times , né le autorità americane né quelle messicane abbiano voluto confermare o negare questa possibilità”.

Ma i dubbi sembrano pochi, insiste il giornale, che accusa anche una scarsa attenzione alla questione sui media: il contratto di servizio parla esplicitamente della possibilità per le autorità di entrambi i paesi di “consegnare tempestivamente informazioni accurate ed operative ai partner federali, statali, locali, privati ed internazionali dei due paesi”.

La posizione ufficiale del Dipartimento di Stato americano è che si tratti di “una operazione del Governo americano finanziata dagli Stati Uniti”.

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Pubblicato il 28 mag 2007
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