Venezuela, il regime televisivo di Chávez

Venezuela, il regime televisivo di Chávez

Il presidente del paese latino ha deciso di fermare un'emittente tv troppo... indipendente. Condanne unanimi dai paesi occidentali, mentre la protesta popolare si fa sentire nelle strade e su YouTube
Il presidente del paese latino ha deciso di fermare un'emittente tv troppo... indipendente. Condanne unanimi dai paesi occidentali, mentre la protesta popolare si fa sentire nelle strade e su YouTube

Caracas – Il presidente Hugo Chavez , già indicato dal Times come una delle 100 persone più influenti del mondo nel 2005 e nel 2006, continua ad usare il pugno di ferro contro l’opposizione e il dissenso nei confronti dello stato autoritario e illiberale che ha instaurato in Venezuela. Ultima iniziativa in ordine di tempo è la chiusura di RCTV, il canale televisivo più vecchio del paese, considerato troppo critico nei confronti della sua politica populista, cosiddetta anti-imperialista e basata sul socialismo democratico .

I “cavalieri dell’Apocalisse”, come Chávez ha pittorescamente definito i canali di opposizione, sono da tempo nel mirino del presidente venezuelano, dopo averne subito l’ostracismo nel 2002. La stazione televisiva RCTV ha terminato le trasmissioni questo lunedì 28 maggio, e il programma di news si è congedato dal pubblico con un messaggio video diffuso in rete con cui denuncia la politica illiberale di Chàvez: presente tutto lo staff del canale televisivo, imbavagliato e con indosso la maglietta “No alla chiusura”.

“Questa azione ha dimostrato la natura abusiva, arbitraria e autocratica del governo Chàvez – ha dichiarato Marcel Granier, presidente di RCTV – un governo che teme il pensiero libero, teme le libere opinioni e teme la critica”. Ed è un’azione che inasprisce lo scontro tra i supporter e i contestatori della terza presidenza dell’ ex-golpista Chàvez: nelle strade di Caracas si sono registrate manifestazioni uguali e contrarie , tra chi inneggiava al presidente populista e le migliaia di persone che protestavano per la serrata televisiva fronteggiando i cordoni protettivi della polizia (vedi in calce il video).

Le trasmissioni di RCTV sono state ora sostituite da quelle di un canale controllato dallo stato, ennesimo esempio della politica accentratrice e statalista di Chàvez: dopo venti minuti dalla chiusura del vecchio network, riporta Reuters , è cominciata la diffusione dei nuovi palinsesti approvati dal regime, inclusivi di concerti di musica tradizionale, un film su Simon Bolivar, eroe preferito del presidente, e spot propagandistici della politica governativa .

Unanime è la condanna della serrata nel consesso internazionale, in particolare del senato americano e del parlamento dell’Unione Europea, mentre i sostenitori del presidente giustificano l’azione criticando la dubbia deontologia seguita dai giornalisti di RCTV. Anzi c’è chi vorrebbe azioni ancora più forti , tra i manifestanti pro-governativi scesi nelle strade della capitale per festeggiare la serrata, arrivando a proporre, sempre secondo Reuters, la chiusura di altri network televisivi critici come Globovision.

Secondo la società di sondaggi Datanalisis, ad ogni modo, ad opporsi allo shut down di RCTV sono quasi il 70% dei venezuelani. Ma non perché essi siano particolarmente preoccupati delle implicazioni sulla libertà di stampa e di espressione, bensì per aver perso la possibilità di seguire le loro soap-opera preferite .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
29 mag 2007
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