Hillary colonizza YouTube. E viceversa

Hillary colonizza YouTube. E viceversa

Lanciato un contest per scegliere la colonna sonora della campagna elettorale clintoniana; gli esperti concordano sulla validità dell'iniziativa, ma la comunità online ne... approfitta
Lanciato un contest per scegliere la colonna sonora della campagna elettorale clintoniana; gli esperti concordano sulla validità dell'iniziativa, ma la comunità online ne... approfitta

Washington – Negli Stati Uniti, nelle ultime settimane, si ironizza non poco sulla nuova trovata elettorale di Hillary Rodham Clinton . Si tratta di una campagna online – a dir poco virale – che sta coinvolgendo molti surfer e utenti di YouTube, per decidere la colonna sonora della “corsa presidenziale” dell’ex first lady. Sulla nota piattaforma di video-sharing e sul sito ufficiale della signora
sono stati pubblicati una serie di accorati appelli ufficiali per individuare la marcetta giusta per i prossimi mesi.

Niente a che vedere con gli imbarazzanti “theme song” di partito a cui siamo abituati in Italia; nella grande competizione sono citati pezzi come Suddenly I See di KT Tunstall, Beautiful Day degli U2, Get Ready dei Temptations e tanti altri. Insomma, la corsa al voto ggiòvane è seria e di grande interesse. Il rischio però – come alla fine si è dimostrato – è di essere spernacchiati con video-autoprodotti. Basta infatti dare un’occhiatina su YoutTube per godere di simil-contest – dedicati a Hillary – dalle colonne sonore più imbarazzanti.

La candidata - foto da all4humor.com Secondo Robert Thompson, docente di televisione e cultura popolare alla Syracuse University, però, l’idea di un contest di questo genere è un ottimo metodo di presentazione. “C’è un bel calcolo dietro”, ha dichiarato Thompson. E come negarlo, dato che dal lancio dell’iniziativa le letture dei video ufficiali hanno superato quota 500 mila.

“Certo avrei preferito un candidato che mi chiedesse quali fossero per me le questioni più importanti da affrontare” ha aggiunto il docente. “La via utilizzata invece è: facciamo venire i ragazzi e facciamoci dire qual è il modo migliore per vendermi meglio

Ma Kathleen Hall Jamieson, che gestisce l’ Annenberg Public Policy Center della University of Pennsylvania, è convinta che ogni tecnica utilizzata dai candidati per coinvolgere i potenziali votanti, specialmente i più giovani, sia da apprezzare. “Se non sanno chi sei, non usciranno a votarti”, ha dichiarato Jamieson.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
29 mag 2007
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