RealPlayer cattura tutto, anche i video di YouTube

RealPlayer cattura tutto, anche i video di YouTube

La prossima release del noto player permetterà di visualizzare e salvare in molti nuovi formati. Una preoccupazione in più per le major? EMI per il momento organizza una gita fuori porta proprio con YouTube
La prossima release del noto player permetterà di visualizzare e salvare in molti nuovi formati. Una preoccupazione in più per le major? EMI per il momento organizza una gita fuori porta proprio con YouTube

Migliore integrazione con il browser, interfaccia più semplice e leggera, possibilità di salvare i video disponibili online e masterizzarli: queste le carte della prossima release di RealPlayer, annunciata nelle scorse ore da Real Networks .

La nuova versione è ora disponibile come beta pubblica: per il momento funziona solo sui PC con sistema operativo Windows, ma è stata già annunciata una versione per Mac. Supportati i formati WMV e QuickTime nonché gli stream che impiegano tecnologia Flash per la distribuzione, come ad esempio quelli YouTube o MySpace .

Molto positivo il commento di Donald Bell su CNET News , tra i primi ad aver provato il nuovo player: “Sembra un grosso miglioramento rispetto al lento e intrusivo RealPlayer che ricordo”, anche se il giornalista sottolinea la mancanza di una funzione che permetta di esportare i video in un formato compatibile con l’iPod.

La vera novità resta comunque la possibilità di salvare i contenuti online sul proprio hard disk , per poterli rivedere in seguito o semplicemente per conservarli. Sebbene esistano già soluzioni analoghe soprattutto per Firefox , nessuna fino ad oggi sarebbe in grado di garantire un funzionamento universale con tutte le piattaforme di distribuzione.

Il nuovo player è anche in grado di salvare diversi contenuti contemporaneamente, e di registrarli su CD o DVD (ma quest’ultima opzione sarà a pagamento). “Il nuovo RealPlayer offre al consumatore maggior controllo dei video su Internet” ha dichiarato il CEO di Real Network Rob Glaser: “Si tratta di un passo importante verso la realizzazione della nostra idea di portare ottimi contenuti digitali a più persone su più schermi in giro per il mondo”.

Ma come spiegano Ars Technica e Zero Paid , le maggiori chances per gli utenti potrebbero trasformarsi in un incubo per creatori e distributori dei contenuti: se nel caso della denuncia di Viacom a YouTube a quest’ultimo è bastato rimuovere i video incriminati, in futuro prima che ciò avvenga potrebbero già essere migliaia le copie scaricate prima che qualsiasi azione possa venire intrapresa.

Un problema analogo potrebbe riguardare molti servizi di streaming online con tecnologia Flash: il nuovo RealPlayer non permetterebbe il download dei contenuti che incorporino qualche forma di DRM, ma fino ad oggi un player Flash era ritenuto spesso un metodo abbastanza sicuro per evitare download indesiderati e spesso impiegato come unico deterrente .

Sono molti i siti che inseriscono pubblicità all’interno dei filmati, veri e propri spot, che l’utente non può far a meno di guardare prima di arrivare al contenuto desiderato. Potendo salvare i video sul proprio hard disk, il rischio è che qualcuno si prenda la briga di rimuovere le parti promozionali e riproporre il resto altrove.

Incorporare una qualche forma di DRM nei video potrebbe risolvere il problema: ma come sottolineato dall’analista James McQuivey, questo nuovo RealPlayer causerà grattacapi a non finire al managment di YouTube e di Google, punto di riferimento attuale per chiunque si occupi o voglia entrare nel mercato della distribuzione di video online. E non manca chi prospetta conclusioni ancora più catastrofiche.

E dire che solo poche ore prima a GoogleTube era riuscito di firmare un accordo con EMI , per poter inserire i video musicali dell’etichetta inglese nel proprio portalone. Chissà se le novità di Real potranno intaccare o meno certe strategie. Peraltro Google già si trova dinanzi ad un bivio: puntare sul DRM-free o creare un doppio canale di distribuzione , uno per i contenuti protetti e l’altro per i più “liberi” user generated content ?

Luca Annunziata

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Pubblicato il
4 giu 2007
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