Marte in alta definizione su Internet

Marte in alta definizione su Internet

Il pianeta rosso è stato fotografato fin nei minimi dettagli grazie ad una innovativa griglia di sensori. Ne sono uscite migliaia di immagini uniche, ora pubblicate online e messe a disposizione di tutti
Il pianeta rosso è stato fotografato fin nei minimi dettagli grazie ad una innovativa griglia di sensori. Ne sono uscite migliaia di immagini uniche, ora pubblicate online e messe a disposizione di tutti

Milleduecento nuove immagini online in un colpo solo: è la dote del nuovo sito del progetto HiRISE, definito dagli stessi ricercatori la “fotocamera della gente”. Un progetto per molti versi innovativo dal punto di vista tecnico, ma che non manca di portare una ventata di novità anche sul piano della comunicazione e dell’interesse attorno all’ennesima missione di esplorazione su Marte.

Soprattutto il nuovo sito del progetto attira l’attenzione degli addetti ai lavori: con una dimensione media delle immagini di un gigabyte sarebbe praticamente impossibile proporre un download diretto ai navigatori. Grazie ad un software gratuito appositamente sviluppato, chiamato IAS Viewer , è possibile invece scaricare solo la parte dei dati che interessa visualizzare e godere di una immagine ad alta definizione.

La homepage dell’iniziativa è stata infatti studiata per permettere ai navigatori di accedere con semplicità all’intero catalogo di immagini già elaborate dagli scienziati. Chi guarda le fotografie potrebbe anche contribuire al progetto: “Queste immagini devono contenere centinaia di importanti scoperte su Marte” ha detto Alfred McEwen, del UA Lunar and Planetary Lab : “Abbiamo solo bisogno di tempo per capire quali siano”.

L’enorme mole di informazioni è ora disponibile anche sotto forma di Planetary Data System ( PDS , una sorta di catalogo standard elaborato dalla NASA ), molto spesso la risorsa principale per scienziati, studenti, scrittori e semplici osservatori per seguire lo sviluppo di un progetto di esplorazione spaziale. La speranza è che l’evolversi della tecnologia consenta di migliorare la fruizione di questi cataloghi, e la NASA investe molti capitali in questo tipo di iniziative.

Sul piano tecnico, la griglia di sensori di HiRISE è composta da quattordici CCD sistemati in una inedita organizzazione a doppia fila sovrapposta: dieci di questi sono impiegati per raccogliere immagini fino a 2.5 gigapixel di una parte della superficie del pianeta rosso di circa sei chilometri di lunghezza, mentre i restanti quattro sono impiegati per catturare i colori da applicare alle foto. HiRISE è al momento la più avanzata fotocamera per l’esplorazione scientifica ad essere impiegata dagli umani nel Sistema Solare.

Una delle foto In questo modo è possibile ottenere immagini con risoluzione fino a 120.000×20.400 pixel , rendendo visibili particolari grandi meno di un metro. Fino ad oggi sono stati archiviati dati per oltre 1.7 Terabyte, la maggior parte dei quali già elaborati e messi a disposizione del pubblico, che hanno permesso di scoprire interessanti novità o di svelare antichi dilemmi.

Per esempio, svelato il celebre mistero del viso avvistato sulla superficie di Marte: non si tratta di una scultura mastodontica , come sostenuto anche da un libro negli anni ottanta, bensì di una semplice collina che venne scambiata per una struttura artificiale a causa di immagini scadenti e luce radente.

Più interessante un foro su una superficie lavica (visibile in foto), individuato nella regione del vulcano Arsia Mons: nonostante la possibilità della HiRISE di penetrare anche nelle zone di penombra, l’interno della cavità appare completamente buio. Gli scienziati ritengono potrebbe trattarsi di un punto di accesso ad una rete di caverne poste sotto la superficie.

Luca Annunziata

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Pubblicato il 6 giu 2007
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