Alla Camera Perens e Stallman

Alla Camera Perens e Stallman

Si è tenuta l'audizione di due dei più noti nomi del software libero. Ecco i nodi principali emersi nel dibattito in Commissione cultura
Si è tenuta l'audizione di due dei più noti nomi del software libero. Ecco i nodi principali emersi nel dibattito in Commissione cultura

La Commissione cultura della Camera ha oggi ascoltato i due maggiori rappresentanti mondiali del movimento del software libero, Richard Stallman e Bruce Perens. Prima dell’audizione i due “padri fondatori” del movimento sono stati ricevuti dal Presidente della Camera Fausto Bertinotti.

Stallman e Perens hanno rappresentato alla commissione il pericolo dei brevetti sul software (non in vigore in Italia) per lo sviluppo della scienza informatica. “Brevettare del software è come brevettare una sinfonia” – ha spiegato Stallman – “se ciò fosse stato possibile, Beethoven avrebbe avuto molte difficoltà a comporre le sue musiche”. Stallman si è detto favorevole all’introduzione obbligatoria del software libero nelle pubbliche amministrazioni e nell’istruzione, proposta contenuta in un progetto di legge presentato alla Camera da Pietro Folena come anche in diversi progetti di legge regionale (Emilia, Puglia, Campania, Toscana). “Le pubbliche amministrazione con il software libero assicurerebbero la loro totale indipendenza e maggiore libertà per i cittadini”.

Perens invece ha spiegato che “grazie alla libertà assicurata dalle nostre licenze sono sorti software molto migliori e più affidabili, costruiti da centinaia di migliaia di programmatori in tutto il mondo che lavorano attraverso Internet. Io spesso – ha proseguito – ho curato un software libero per lo Space Shuttle”. Oggi grandi case produttrici di software, ad esempio Sun, “sono impegnate sul software libero/open source grazie a questa innovazione che Stallman, Linus Trovalds, io e molti altri abbiamo contribuito a creare”. Non sono mancate le critiche alle grandi aziende del software proprietario.

Pietro Folena, in conclusione, ha richiamato i contenuti del suo disegno di legge sul software libero. “La pubblica amministrazione ha il dovere, verso i cittadini, di gestire i dati e le informazioni in modo trasparente e verificabile, cosa che solo il software libero assicura. Così come anche l’indipendenza dal singolo fornitore e quindi la neutralità sia rispetto alla tecnologia che al mercato”.

Ieri mattina i due “guru” hanno tenuto una lectio magistralis a La Sapienza in un evento organizzato dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione alla Sapienza di Roma del professor Arturo Di Corinto.

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Pubblicato il 7 giu 2007
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