CD in declino, la RIAA s'arrabbia

CD in declino, la RIAA s'arrabbia

I discografici segnalano un ulteriore calo nelle vendite di CD musicali e se la prendono con i sistemi di file-sharing, avversari dell'industria. Studi e sondaggi dimostrerebbero una relazione tra download e vendite
I discografici segnalano un ulteriore calo nelle vendite di CD musicali e se la prendono con i sistemi di file-sharing, avversari dell'industria. Studi e sondaggi dimostrerebbero una relazione tra download e vendite


Los Angeles (USA) – Quegli utenti senza pietà che insistono nell’utilizzare i mille e uno sistemi per scaricare brani musicali da internet, magari scambiandoseli l’un l’altro, sono alla base del declino nelle vendite di CD, un declino che nella prima metà dell’anno negli USA ha toccato il 7 per cento.

A tirar fuori ancora una volta una diretta relazione tra il calo del mercato dei CD e l’aumento degli utilizzatori di sistemi di file-sharing o di download sono gli uomini della RIAA, che in una nota hanno raccontato lo scenario del momento.

La RIAA, che mesi fa s’arrabbiava perché si vendono più CD registrabili che CD musicali, sostiene che tanto la condivisione di file su internet quanto la pirateria tradizionale alimentano il calo delle vendite e che la relazione tra l’una e l’altra cosa è ora dimostrata dai sondaggi che l’associazione dei discografici ha fatto realizzare.

Stando all’associazione, lo studio condotto a maggio dalla “Peter D. Hart Research Associates” dimostra che in un campione di utenti tra i 12 e i 54 anni, più del 50 per cento afferma di comprare meno e scaricare di più.

Cary Sherman, presidente RIAA, ammette che vi possono essere altri fattori legati al declino delle vendite ma “nell’insieme, questi dati dovrebbero cancellare qualsiasi ipotesi secondo cui il file sharing aiuta l’industria musicale”, ipotesi che erano state proposte da uno studio di Jupiter Media Metrix.

“Infatti – ha spiegato Sherman – ci sono molte bandierine rosse e campanelli di allarme che dimostrano definitivamente l’impatto dannoso dello scaricamento illegale di musica sull’industria del settore. Ad esempio, il 63 per cento dei consumatori di musica connessi ad internet hanno ammesso di aver acquistato almeno un CD masterizzato (illegale, Ndr) nel corso dell’ultimo anno. E, di questi, il numero di coloro che hanno acquistato 11 o più CD di questo genere è raddoppiato nell’ultimo anno, arrivando dal 10 al 24 per cento. Questa industria – ha concluso Sherman – deve continuare a combattere la pirateria in modo nuovo e innovativo”.

A confermare le parole di Sherman anche quelle di Geoff Garin, autore dei sondaggi: “Concludo senz’altro che la possibilità di ottenere musica gratuita è un fattore importante e ha un impatto contrario sull’acquisto di musica. Non sostengo però che questo sia l’unico fattore in gioco”.

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Pubblicato il
28 ago 2002
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