Ti piace il gelato? Lo dice il PC

Ti piace il gelato? Lo dice il PC

Riconoscere le emozioni dalle espressioni del viso, una nuova arma in mano agli esperti di marketing. Per realizzare cibi che faranno felici tutti. Anzi tutte
Riconoscere le emozioni dalle espressioni del viso, una nuova arma in mano agli esperti di marketing. Per realizzare cibi che faranno felici tutti. Anzi tutte

Theo Gevers e Nicu Sebe sono i due ricercatori olandesi che nel 2005 avevano decifrato col computer il sorriso di Mona Lisa . A dimostrazione che la loro non era una ricerca senza futuro, è arrivata la chiamata di una multinazionale come Unilever che li ha voluti per stabilire, una volta per tutte, quale cibo faccia felici le donne e quale no.

A trecento signore provenienti da sei paesi europei, sono stati dati in pasto gelato alla vaniglia, cioccolato, barrette ai cereali, yogurt e mele. Un sistema composto da telecamera e computer – qualcosa di molto simile al misura-noia sviluppato nei laboratori del MIT – e tarato sul viso di ciascuna partecipante, ha monitorato le espressioni delle partecipanti mentre si cibavano dei vari alimenti proposti, per stabilire quale tra questi fosse in grado di provocare il massimo livello di gioia, e quale invece era colpevole di scatenare la tristezza.

Niente sorprese: stravincono cioccolato e gelato , staccando gli altri cibi più sani e confermando quanto altri studi avevano già affermato. Lo yogurt, ad esempio risulta indigesto e addirittura provoca tristezza nel 28% delle partecipanti. “Sappiamo che il gelato è un cibo piacevole; ci siamo rivolti alla tecnologia per dimostrarlo” ha detto Mandy Mistlin, scienziata britannica alle dipendenze di Unilever, a Wired . Tra le possibili applicazioni del software c’è la creazione di cibi con contenuto ridotto di grassi e calorie, ma capaci di regalare la stessa sensazione di piacere a chi li mangia.

Come funziona questa tecnologia? Gevers e Sebe hanno mosso i primi passi analizzando le migliaia di piccoli muscoli che compongono le espressioni del viso. I movimenti di questi muscoli rispecchiano i diversi stati emotivi: il software produce una sorta di mappa tridimensionale del viso analizzato, fissando 12 punti chiave e studiandone i movimenti. Il sistema è in grado di rilevare sei emozioni singole – paura, felicità, rabbia, tristezza, sorpresa e disgusto – o una loro mescolanza. La difficoltà, spiegano, è legata alla differente espressività di cui sono capaci i cittadini di varie nazioni: più inclini a mostrare le proprie emozioni con delle smorfie i latini, più imperscrutabili e seriosi i nordici.

Per agosto, Gevers e Sebe prevedono di lanciare una versione semplificata del proprio software: sarà disponibile per tutti i navigatori a questo indirizzo (il sito al momento non è ancora online) e permetterà a chiunque sia dotato di una webcam di valutare fino a mille “facce” al giorno.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
18 lug 2007
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