L'equo compenso è un virus

L'equo compenso è un virus

Pervasivo, capace di passare da un dispositivo all'altro, di mutare e di infettare player mp3 ma anche cellulari, computer e tutto ciò con cui si possono gestire bit coperti da diritto d'autore. L'epidemia arriva dal Canada
Pervasivo, capace di passare da un dispositivo all'altro, di mutare e di infettare player mp3 ma anche cellulari, computer e tutto ciò con cui si possono gestire bit coperti da diritto d'autore. L'epidemia arriva dal Canada

La Copyright Board of Canada ha dato il via libera finale ad una proposta di tassazione su lettori MP3 e memorie digitali . Qualunque dispositivo in grado di scaricare musica e riprodurla dovrebbe essere soggetto ad un balzello, proporzionale alla capacità di archiviazione. Una tassa analoga era entrata in vigore, sempre in Canada, alla fine del 2003: dopo pochi mesi di vita, la corte federale l’aveva dichiarata illegittima e abolita a dicembre del 2004.

La parte più preoccupante e interessante della vicenda, è l’ assenza di distinzione da parte della Copyright Board tra dispositivi musicali e apparecchi elettronici in generale: “Qualunque cosa venga utilizzata dal consumatore per creare copie private non dovrebbe essere esclusa dal regime di tassazione, solo perché può avere altre funzioni” afferma David Basskin, tra i componenti dell’ associazione .

Di tutt’altro avviso Kim Furlong, vicedirettore del dipartimento federale per i rapporti con il commercio: “Fondamentalmente, la riteniamo non necessaria… una tassa nascosta ha detto il funzionario, che prosegue: “È come se andando da Best Buy (nota catena della GDO nordamericana, ndr) si scoprisse che un computer costa un centinaio di dollari in più perché il governo pensa che tu possa scaricare della musica “.

Nel paese nordamericano si riafferma afferma il principio dell’ equo compenso : una tassa preventiva sarà applicata a (quasi) qualsiasi dispositivo audio elettronico, basandosi sul principio che possa venire sfruttato per riprodurre contenuti protetti da copyright. Non si tratta di bruscolini: cinque dollari canadesi – pari circa 3,5 euro – per le memorie inferiori a un gigabyte, 25 dollari (17,25 euro) per quelle fino a dieci, 50 dollari (34,5 euro) fino a 30 giga e ben 75 dollari, pari ad oltre 50 euro, per tutti i dispositivi oltre questo limite.

La notizia è stata presa maluccio anche dai consumatori canadesi, che già pensano all’ acquisto oltre confine per evitare il ricarico. Secondo altri , la proposta non tiene conto della disponibilità di grandi quantità di materiale privo di alcuna forma di copyright : dai podcast ai gruppi musicali che scelgono la via della rete, ce n’è abbastanza per riempire giga e giga di spazio senza violare il diritto d’autore di nessuno.

Tra le voci più autorevoli sull’iniziativa c’è quella del professor Michael Geist , dell’ università di Ottawa : l’accademico sottolinea come l’opposizione dell’associazione dei produttori di storage canadesi (CSMA) e quella dei commercianti ( RCC ), le categorie che probabilmente subirebbero le maggiori conseguenze dalla nuova imposta, sia basata sulla precedente cancellazione dell’analoga tassa del 2003. Per Geist si starebbe preparando “una lunga battaglia legale sulla vicenda” e “ci vorranno anni di udienze prima che la faccenda venga risolta definitivamente”.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
23 lug 2007
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