Microsoft porta in Africa i vecchi PC

Microsoft porta in Africa i vecchi PC

Prende corpo la nuova iniziativa filantropica del colosso mondiale dei sistemi operativi. Che non si ferma davanti ai dubbi dei costruttori e alle critiche a Vista per le sue richieste hardware. I dettagli
Prende corpo la nuova iniziativa filantropica del colosso mondiale dei sistemi operativi. Che non si ferma davanti ai dubbi dei costruttori e alle critiche a Vista per le sue richieste hardware. I dettagli

L’Africa come obiettivo privilegiato della lotta al Digital Divide , questo il messaggio che Microsoft vuole lanciare alle aziende produttrici di computer, che grazie all’iniziativa Digital Pipeline avranno d’ora in poi un canale dotato di tutte le commodities necessarie per trasferire nel continente nero le macchine dismesse senza che diventino materiali inquinanti smaltiti male e a buon mercato. Qualcuno dubita dei reali scopi della major del software ma per il big di Redmond non è una novità: segue la strada della crescita dell’IT africano, come promesso a suo tempo dallo stesso Bill Gates.

Il progetto Digital Pipeline si è sviluppato da una costola di African Pathfinder , strategia a lungo termine di informatizzazione delle istituzioni educative che ha ben presto inglobato tra i suoi obiettivi anche il resto del mondo. In questo caso, l’iniziativa non profit ambisce a trasformare i 31 milioni di personal computer gettati via ogni anno in qualcosa di più di mera spazzatura hi-tech .

DP, come la presenta ZDNet , è pensata per agire da organizzazione ombrello tra le società specializzate nel ricondizionamento di hardware non più al passo coi tempi e quelle alla ricerca di canali di smaltimento dei sistemi dismessi. Oltre che a fare da cerniera, BigM vuole avere il ruolo di interlocutore tra le suddette tipologie di aziende, favorendo l’incontro tra la domanda e l’offerta di smaltimento dei PC.

Mark East, presidente della board of trustees per la nuova organizzazione e direttore per le politiche educative di Microsoft EMEA , ha presentato l’idea come il tentativo di mostrare alle aziende “che possono fare una reale differenza per la vita delle persone povere semplicemente prendendo decisioni migliori riguardo le ristrutturazioni dell’attrezzatura IT”.

Sulle critiche rivolte a Windows Vista per le richieste hardware che presenta e, quindi, sull’accelerazione che può provocare nella dismissione dell’hardware già in uso, East non si scompone. Anzi definisce la situazione come un caso di “win-win”, in cui a vincere sono tutti: “Vista è un sistema operativo più potente e richiede maggiore capacità elaborativa – spiega – e come risultato di ciò Digital Pipeline può fornire aiuto alle società per la dismissione della loro vecchia tecnologia”. A tal proposito, DP può già vantare la donazione di 300mila PC da parte della società di servizi IT EDS , con le prime macchine pronte a partire per il Kenya già da questo mese.

Tra gli ostacoli al successo dell’iniziativa anche la scarsa fiducia in simili pratiche dimostrata da alcuni big della produzione di PC, come Dell e HP , i cui responsabili delle politiche di riciclaggio si sono espressi in maniera inequivocabile a riguardo. Inviare vecchi PC nel mondo in via di sviluppo, hanno sostenuto i manager, equivale a regalare a società senza scrupoli un’occasione d’oro per smaltire la spazzatura hi-tech senza preoccuparsi di altro, pratica ad impatto ambientale pesantissimo della quale i maggiori produttori al mondo di personal computer non vogliono ovviamente venire tacciati.

Digital Pipeline ribatte dando assicurazioni sull’assoluta trasparenza dell’intero processo di raccolta/trasporto/smistamento finale dei PC , grazie alla supervisione da parte dell’organizzazione: DP si assicurerà che ogni computer che viene spedito in Africa venga riciclato in maniera responsabile alla fine della sua “seconda vita” nel continente nero, e fornirà inoltre un sistema di tracciamento online grazie al quale il donatore potrà conoscerne in ogni momento la posizione fino alla consegna finale.

Microsoft ha investito circa 1 miliardo di dollari nell’organizzazione non profit, che potrà forse garantirsi qualche minima percentuale di ricavo sui costi di organizzazione e trasporto che saranno accollati alle organizzazioni destinatarie dei PC per la distribuzione alla popolazione.

Nonostante i tanti soldi spesi, assicurazioni sono state fatte in merito alla non esclusività di software Microsoft , come i soliti Windows e Office, preinstallato sulle macchine. Mark East sostiene che il sistema operativo installato al momento della dismissione verrà mantenuto anche a PC ricondizionato: per poter lavorare nell’ambito delle organizzazioni caritatevoli, dice ancora East, ci sono responsabilità stabilite per legge che gli impediscono la possibilità di favorire BigM.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
27 lug 2007
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