California, l'impianto del chip non è più obbligatorio

California, l'impianto del chip non è più obbligatorio

Una nuova legge tenta di sottrarre i dipendenti alla tentazione di un controllo pervasivo da parte dei datori di lavoro. Migliaia i chippati. Sulla norma manca solo la firma di Schwarzy
Una nuova legge tenta di sottrarre i dipendenti alla tentazione di un controllo pervasivo da parte dei datori di lavoro. Migliaia i chippati. Sulla norma manca solo la firma di Schwarzy

Sacramento (California) – La tentazione della sorveglianza globale e pervasiva sembra per ora scongiurata: il Senato della California ha approvato una legge che proibirà di obbligare all’impianto sottopelle di chip RFID per l’identificazione e il tracciamento, quali i discussi VeriChip . Sono numerose le applicazioni lodevoli dell’RFID, riconosce il senatore Simitian, autore della proposta, ma “il tagging forzato degli esseri umani dovrebbe non essere concesso, quale estrema invasione della privacy”.

La proposta in questione faceva parte di un ventaglio di cinque testi volti a tutelare la privacy dei cittadini e a difenderli dal tracciamento ubiquo, proposte che il senatore Simitian da anni tenta di difendere, scontrandosi spesso con la noncuranza dei colleghi e con l’opposizione di un’industria in crescita vertiginosa.

Chip impiantati sottopelle Quello che i colleghi di Simitian sembravano finora non comprendere è il fatto che i tag impiantati sottopelle per sostituire il tradizionale cartellino non si limitano ad operare in maniera innocua sul posto di lavoro . L’identità del portatore di chip, avvertiva anche il Garante italiano nel 2005, è infatti esplicita per tutti coloro che sono in grado di carpirla: basta poco per curiosare fra i dati custoditi nell’etichetta impiantata nel corpo e cedere alla tentazione della sorveglianza. Una tentazione per l’industria, interessata alla profilazione dei consumatori, ma anche per gli stati, dato il valore deterrente di un controllo potenzialmente pervasivo. E un’opportunità per i malintenzionati, a cui, è stato dimostrato in più occasioni , basta poco per impadronirsi dell’identità dei cittadini etichettati.

Ora però, la California, al pari di Wisconsin e North Dakota , i cui governi sono stati bollati da TechDirt come paranoici, si sta dotando delle misure per evitare, almeno in parte, che ciò avvenga. La proposta è stata approvata con 28 voti a favore e 9 voti contrari, uno dei quali attribuibile a Bob Margett, che ritiene la misura prematura, “una soluzione in cerca di un problema”.

Un problema che potrebbe però presentarsi a breve. Simitian, riporta Los Angeles Times , stima infatti che siano almeno duemila gli americani etichettati con VeriChip . Molti sono malati, tracciati a mezzo RFID nonostante il Council of Ethical and Judicial Affairs ( CEJA ) dell’associazione medica americana ( AMA ), in un recente documento , abbia espresso dei dubbi riguardo alla sicurezza dei chip, incapaci di assicurare al malato la tutela della privacy. Molti altri sono dipendenti di azienda: è SpyChips a raccontare l’esperienza degli impiegati di CityWatcher, azienda specializzata in sorveglianza che ha proposto ai propri dipendenti l’impianto del chip.

Proprio in questo settore, si commenta su Slashdot , il provvedimento che la California sta approvando rischia di essere aggirato: la proposta di legge saprà tutelare coloro che verranno sottoposti alla scelta fra l’essere licenziato o lasciare che il proprio corpo venga tracciato come fosse merce? Ma non c’è da temere per coloro che paventano l’inefficacia della legge: ancora non è stata sottoposta alla promulgazione da parte del governatore Schwarzenegger, noto sostenitore delle tecnologie per la sorveglianza.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
5 set 2007
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